Economia

Nomine, tra Lega e Meloni è calato il gelo. Ora si rischia lo scontro: inside

di Marco Scotti

Matteo Salvini non cede di un centimetro: vuole dire la sua sugli amministratori delegati delle partecipate, ma la premier ha un'altra idea

Nomine, monta il caso Donnarumma

Ma è sui possibili sostituti che si sta consumando una battaglia all’interno della maggioranza. Da una parte la Meloni vorrebbe Stefano Donnarumma, attuale amministratore delegato di Terna, alla guida di Enel. Solo che qui la questione si complica. Donnarumma sarebbe reduce – come riportano i rumor dalla City – da un road show a Londra in cui avrebbe destato qualche perplessità. Sia perché è irrituale che si faccia un tour prima della presentazione del bilancio e in secondo luogo perché parrebbe che il manager abbia detto la sua sulle varie partecipate, parlando già da nuovo capo della principale azienda industriale italiana.

La Lega su Enel non molla di un centimetro. Non è disposta a dare il via libera su Donnarumma (e su Descalzi in Eni) senza avere una contropartita di peso. Per questo motivo, a quanto risulta ad Affaritaliani.it, nella giornata di ieri sono circolate alcune “veline” in cui si sosteneva che l’attuale ad di Terna sarebbe incompatibile con Enel. Voci prontamente smentite che però fanno capire come la tensione si sia alzata.

Il Carroccio avrebbe chiesto di avere un presidente di peso in Enel. Si fa il nome di Paolo Scaroni, uno che conosce il comparto come pochi altri in Italia. Ma sarebbe, appunto, una figura ingombrante, forse troppo. E qualcuno ha ricordato alla Lega l’esperienza complicata di Finmeccanica con due amministratori delegati che non si amavano troppo e che avevano diviso gli uffici in due, con badge e porte separate.

Su Leonardo si è detto e scritto di tutto. Roberto Cingolani, fresco di incarico alla Nato, lo allontana da Piazza Monte Grappa. Restano in lizza Lorenzo Mariani, al timone della filiale italiana del “gioiellino” Mbda, azienda della galassia dell’ex-Finmeccanica specializzata in missili e tecnologie per la difesa, per cui si sarebbe speso Matteo Salvini. Poi c’è Gian Piero Cutillo, vice-direttore generale di Leonardo a capo della divisione elicotteri. Infine ci sarebbe anche il direttore generale dell’ex-Finmeccanica, Lucio Valerio Cioffi, un outsider che potrebbe garantire la continuità con il progetto di Profumo – che gode di grande reputazione all’estero.