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Sondaggio mondiale Gallup: un 2022 con qualche luce ma ancora tante ombre

Per la maggioranza degli italiani il nuovo anno sarà una replica del 2021

Alla fine del 2021 la speranza e la felicità in tutto il mondo stanno diminuendo rispetto all’anno scorso. I timori di imminenti difficoltà economiche restano alti e in costante crescita. La pandemia influenza ancora chiaramente le speranze, le paure e le aspettative della popolazione mondiale, ma ci sono differenze significative tra le varie macroregioni e i singoli Paesi. Queste sono alcune delle evidenze emerse dal sondaggio di Fine Anno – la storica rilevazione condotta a livello globale fin dal 1979 dagli istituti di ricerca appartenenti al network Gallup International, di cui BVA Doxa è parte ed è responsabile della raccolta dati in Italia. Realizzata in più di 40 Paesi e basata su oltre 40.000 interviste, la ricerca è una tradizione consolidata in tutto il mondo, con i suoi Hope e Happiness Index e il tracking relativo all’andamento delle aspettative sulla congiuntura economica.  

 

La situazione in Italia  

 

Rispetto alle previsioni circa il 2022, gli italiani non si rivelano particolarmente ottimisti. Quasi la metà (il 48%), infatti, afferma che l’anno prossimo sarà del tutto simile al 2021, mentre la quota di chi crede che il 2022 sarà peggiore del 2021 si attesta al 36%. Solo poco più di un italiano su dieci (14%) vede nel 2022 un anno migliore rispetto a quello che sta per concludersi. I giovani, i laureati e i cittadini del Nord-Ovest risultano più ottimisti guardando al 2022, mentre i più pessimisti sono gli over 54.  

 

Sul fronte delle aspettative sulla congiuntura economica, la stragrande maggioranza degli italiani crede che il 2022 sarà caratterizzato da difficoltà (il 46%) o da una situazione equivalente a quella già vissuta nel 2021 (41%). Anche in questo caso, invece, solo un italiano su dieci è convinto che il 2022 sarà un anno di prosperità economica. Nonostante il quadro dettato dall’emergenza pandemica, i giovani sono più positivi anche sul tema della prosperità e della possibilità di superare le difficoltà economica. 

 

Quanto alla felicità, la maggioranza degli italiani si dice né felice né infelice (53%). Al contrario di quanto si è però visto per le previsioni sull’anno nuovo e sull’andamento dell’economia, in questo caso prevalgono le sensazioni positive: il 39% degli italiani, infatti, si dice felice, contro un 7% che si dichiara infelice. Anche in questo caso, i giovani italiani, insieme ai laureati e ai cittadini del centro Italia sono le persone più felici del nostro Paese. Il Nord-Est, al contrario, si conferma l’area con la quota più elevata di pessimisti.  

 

La speranza nel mondo  

Con il 2021 ormai prossimo alla sua conclusione, in tutto il mondo c’è speranza per un futuro migliore, anche se non si raggiungono gli stessi livelli di qualche anno fa. Il 38% della popolazione mondiale, infatti, oggi pensa che il 2022 sarà migliore del 2021, il 28% si aspetta un anno peggiore e il 27% crede che il 2022 sarà uguale al 2021. Il quadro appare simile a quanto si rilevava a fine 2020. Quanto al confronto con il passato recente, il 2008 resta ancora l’anno in cui si è registrato il tasso più alto di pessimismo nei confronti del futuro a livello globale. 

Gli indonesiani sembrano essere i più fiduciosi (il 76% si aspetta un anno migliore), insieme ai cittadini di Albania (70%), Nigeria (68%), Azerbaijan (62%) e Vietnam (59%). La speranza è invece bassa in Afghanistan – dove il 56% dei cittadini si aspetta un anno peggiore – Turchia (56%), Bulgaria (48%), Polonia (47%), Repubblica Ceca (45%) e Pakistan (41%). Sudcoreani (54%) e serbi (42%), invece, si aspettano che il 2022 sarà un anno del tutto simile al 2021.  

Secondo l’Hope Index di Gallup International Association, dato dalla differenza tra le risposte “migliore” e “peggiore” date dai cittadini in tutto il mondo alla domanda circa le aspettative sul nuovo anno, la top 5 dei Paesi ottimisti è la seguente: Indonesia (+72), Albania (+65), Azerbaijan (+53), Nigeria (+51), Messico e Vietnam (entrambi con punteggio +47). La top 5 dei Paesi ottimisti, al contrario, vede la Turchia e la Bulgaria al primo posto (entrambe con un punteggio di -34), seguite da Afghanistan (-32), Polonia (-30) e Repubblica Ceca (-25).  

Rispetto ad un’analisi relativa alle macroregioni e ai Paesi più grandi, il rapporto tra ottimismo e pessimismo evidenzia un quadro relativamente stabile negli ultimi anni. L’Europa, la Russia e il Medio Oriente tendono ad essere più pessimisti, mentre i restanti Paesi dell’Asia si rivelano più ottimisti. La speranza negli Stati Uniti, in Germania, nel Regno Unito, in Australia e in India è in netto calo rispetto al sondaggio dell’anno scorso, mentre in Giappone, Messico e Corea del Sud è in crescita. A livello mondiale si distingue la Turchia, dove si osserva un aumento record del pessimismo dovuto principalmente alla crisi economica e alla crescita dell’inflazione.  

Aspettative sull’economia nel 2022 

Le aspettative sull’economia rivelano una certa preoccupazione in tutto il mondo, anche se non si registra una crescita rispetto all’anno scorso. Oggi il 26% delle persone si aspetta un periodo di prosperità economica per il proprio Paese nel 2022, il 41% è invece preparato alle difficoltà economiche e il 26% crede che il 2022 sarà uguale al 2021 in termini di congiuntura economica.  

In Nigeria (61% di ottimisti), Indonesia (58%), Vietnam (55%), Azerbaijan (52%), Albania e India (entrambi con il 49%), l’ottimismo per le aspettative sull’economia prevale sensibilmente sul pessimismo. Le aspettative circa una congiuntura economica peggiore sono predominanti in Turchia e Bosnia ed Erzegovina (dove il 72% dei cittadini si aspetta difficoltà economiche nel 2022), Bulgaria e Polonia (64%), Romania (61%), Afghanistan (60%) e Germania (59%).  

L’Europa nel complesso si dice pessimista, soprattutto ad Est, confermando anche quest’anno un quadro già emerso gli anni scorsi con le precedenti rilevazioni di Gallup. Le macroregioni in via di sviluppo, invece, si dimostrano più ottimiste. L’ottimismo a livello nazionale, infine, non è solo una questione di benessere economico, ma anche di età della popolazione e di percezione delle possibilità di crescita future.  

La felicità nel mondo 

Nonostante la pandemia e le difficoltà economiche, anche quest’anno la felicità personale prevale. Ci sono stati tempi migliori circa cinque anni fa, ma, in termini di felicità personale, le persone in tutto il mondo si dicono piuttosto soddisfatte. Il 56% della popolazione mondiale si considera ora “piuttosto felice o molto felice”, oltre un decimo afferma di essere più o meno infelice, mentre quasi un terzo dice di non essere “né felice, né infelice”.  

Le persone in Colombia (83% che dichiara di essere felice), Kazakistan (81%), Malesia e Nigeria (78%) e Albania (74%) si dicono più felici. Le persone meno felici, invece, vivono in Afghanistan (il 36% si dice infelice o molto infelice), Ghana, Iraq e Ucraina (31%) e Turchia, Pakistan e Russia (23%).  

Secondo l’Happiness Index di Gallup la top 5 dei Paesi con i cittadini più felici è la seguente: Colombia (+79), Kazakistan (+76), Albania (+74), Malesia (+73) e Azerbaijan (+70). Al contrario, la top 5 dei paesi con i cittadini più infelici comprende: Ghana (+2), Afghanistan (+9), Hong Kong (+11), Iraq (+17) e Russia (+18).  

Come accaduto spesso in passato, America Latina, Africa e Asia orientale sono tra le macroregioni più felici del mondo. L’Europa, il Medio Oriente e la Russia, al contrario, sono più infelici. Gli Stati Uniti, infine, totalizzano un punteggio in media con il dato mondiale.  

Kancho Stoychev, presidente del network Gallup International, commenta i risultati del sondaggio di Fine Anno: “Il sostegno finanziario da parte dei Governi ai propri cittadini e alle aziende ha giocato un ruolo positivo e, in un certo senso, ha limitato la diffusione del pessimismo di massa nel mondo, senza però fermarla. Quando la crisi è iniziata a marzo 2020, la maggioranza della popolazione mondiale era convinta che sarebbe finita entro l’autunno. Il 2021, invece, è stato caratterizzato dalla fiducia nel fatto che i vaccini sarebbero stati la soluzione del problema. In vista del 2022, la percezione è che si sia piuttosto in una situazione in cui non si riesce ancora ad ipotizzare una fine chiara dell’emergenza globale. La massiccia immissione di denaro nei mercati rendeva prevedibile la crescita dell’inflazione che, sebbene abbia superato la soglia limite del 5% nelle ultime settimane, in molti Paesi genererà ancora forti timori sullo stato dell’economia. Inoltre, la preoccupazione circa l’economia riguarda non tanto il fatto che l’inflazione toccherà picchi a due cifre, ma piuttosto che durerà significativamente più a lungo dei soliti pochi mesi. Insieme alla crisi della logistica a livello globale e alla crescita dei prezzi dell’energia, la popolazione mondiale si trova ora ad affrontare sfide senza precedenti che alimenteranno tensioni politiche, non solo nei Paesi meno sviluppati”.