Economia
Pil, l'economista Cipolletta ad Affaritaliani.it: "La ripresa è forte. Renzi centrerà i suoi obiettivi". Ecco perché
di Andrea Deugeni
@andreadeugeni
TRENTO - "Stanno crescendo gli investimenti lordi e le scorte. Tant'è che anche le importazioni sono aumentate: vuol dire che non c'è una piccola fiammata di domanda, ma si sta ricostituendo un sistema di crescita". L'economista Innocenzo Cipolletta sceglie Affaritaliani.it per la sua prima intervista dalla riconferma come presidente dell'Aifi, l'associazione italiana che rappresenta gli operatori del private equity, del venture capital e del private debt e spiega perché è ottimista sulla congiuntura italiana nei prossimi trimestri. Poi parla del quadro macro, del mercato del credito e della riforma delle banche popolari. E sul presidente del Consiglio Matteo Renzi...
L'INTERVISTA
Torna finalmente nel primo trimestre il segno più davanti al Pil e a maggio riprende a crescere anche l'inflazione che è aumentata sia su base tendenziale che congiunturale: possiamo sperare in una ripresa più forte nei prossimi mesi?
"L'economia sta finalmente tornando a crescere. Quello che è positivo è che nell'ambito dell'aumento della domanda interna stanno crescendo gli investimenti lordi. Aumentano soprattutto le scorte: in vista di una ripresa della domanda e della produzione, le imprese le stanno ricostituendo. Tant'è che anche le importazioni sono aumentate. E' un segno positivo".
Perché?
"Vuol dire che non siamo di fronte a una piccola fiammata di domanda, ma si sta ricostituendo un sistema di crescita. Sul valutare poi se l'aumento del Pil sarà più forte, dobbiamo ancora attendere un po' per capirlo".
Valutando il quadro macro del primo semestre, gli Stati Uniti hanno perso un po' di slancio, in Cina il ritmo di crescita del Pil è quello del soft landing e anche il prezzo del petrolio ha iniziato a risalire: sono fattori che possono minacciare il rafforzamento della ripresa italiana nei prossimi trimestri?
"Direi di no. Il rallentamento dei Paesi asiatici era scontato, rallentamento che sarà molto più che compensato dalla crescita in Europa. Non dobbiamo dimenticarci infatti che i nostri principali mercati d'esportazione sono quelli dei Paesi a noi vicini nella zona euro. Dal punto di vista del petrolio, invece, l'oscillazione è ancora limitata. Nel mercato del greggio continua a configurarsi una situazione di eccesso di offerta. Registreremo volatilità, ma il trend è quello di un prezzo del petrolio a livelli leggermente inferiori a quello attuale".
Il governo Renzi riuscirà a centrare il +0,7% di target di crescita del Pil fissato nel Def? L'anno scorso, dopo un semestre di ripresa, c'è stata la doccia fredda della seconda parte dell'anno, mentre il presidente del Consiglio esattamente 12 mesi fa ostentava invece grande sicurezza...
"L'anno scorso è avvenuto qualcosa di particolare: dopo il primo trimestre sono partiti gli annunci sugli stress test della Bce, analisi sulla solidità patrimoniale delle banche del Vecchio Continente in vista del varo dell'Unione bancaria e, contemporaneamente, la nuova Commissione europea doveva vagliare quelli che erano i nuovi bilanci pubblici. Questi fattori hanno generato una stretta fiscale e monetaria".
Può spiegare?
"La stretta fiscale c'è stata perché, a fronte dell'esame di ottobre di Bruxelles, gli Stati hanno iniziato a frenare la spesa pubblica. La stretta monetaria e creditizia, invece, l'hanno operata le banche che per presentarsi con le carte in regola alle valutazioni patrimoniali dell'Eurotower hanno frenato nel concedere prestiti alle imprese. In autunno, poi, la stessa Bce ha iniziato a parlare di quantitative easing, un aumento importante di liquidità che è partito concretamente a marzo di quest'anno, ma gli annunci hanno disteso il sistema".
(Segue...)