Economia

Portafogli private: cresce l'interesse per l'oro, non tirano le criptovalute

di Francesco Megna

L'analisi sui portafogli finanziari dei clienti con patrimonio superiore a 1 milione di euro

Portafogli private, liquidità in conto corrente e investimenti: la guida 

I portafogli finanziari dei clienti private (ovvero i clienti con patrimonio superiore a 1mln di euro) hanno una volatilità inferiore rispetto alla media in quanto composti da diverse tipologie di investimenti di lungo termine che riducono il rischio che un singolo investimento possa avere un impatto fortemente negativo sul rendimento complessivo. Complessivamente poi la liquidità in conto corrente è circa la metà di quella detenuta dai clienti cosiddetti 'mass market'. Con la crescita dei tassi,  la liquidità ridotta sui conti correnti dei clienti private  è confluita prevalentemente nel reddito fisso. Cresce quindi  l'interesse verso il mercato obbligazionario: in cima i titoli investment grade ( quelle con un rating - un giudizio - superiore a BBB-  secondo l'agenzia di rating S&P oppure Baa3 secondo l'agenzia Moody's) e governativi.

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Mentre cresce l'interesse, nel medio termine, anche per i bond high yield, titoli corporate con un merito creditizio inferiore a BBB- che possono ricoprire un ruolo importante in molti portafogli private. Il debito high yield offre di norma cedole più elevate rispetto a titoli di Stato e obbligazioni corporate investment grade e presenta un potenziale di aumento del prezzo in caso di ripresa economica o miglioramento della performance della società emittente.

Nei portafogli dei clienti private si trovano spesso, anche se in percentuali ridotte, investimenti nei private markets, strumenti non quotati in borsa: gli investitori che vogliono investire in questa asset class hanno quindi un’ampia scelta a livello di soluzioni, strategie e modalità d’investimento. Gli investimenti sui private markets aumentano la diversificazione e a mantenere stabile il portafoglio nel tempo. I settori preferiti sono le infrastrutture e i cosiddetti private debt, forma di finanziamento alternativa in cui investitori come i fondi pensione o compagnie assicurative concedono prestiti a società non quotate. Chi investe in questi asset mediamente non supera mai il 10% del proprio portafoglio finanziario.

Le masse destinate al gestito sono sostanzialmente in linea con lo scorso anno (20% circa dei portafogli PB) mentre il comparto assicurativo registra deflussi lievi seppur costanti e rappresenta una quota lievemente inferiore a quella del gestito. La percentuale di investimento a lungo termine dei portafogli private include anche investimenti in azioni ma mediamente l'esposizione a una singola azione non supera il 2/3% del portafoglio, sempre in coerenza con i propri obiettivi di investimento. Un'altra tipologia di investimento che spesso si nota nelle posizioni 'private' è l'oro che dà equilibrio al portafoglio, è un bene rifugio ed è decorrelato dal mercato (la decorrelazione finanziaria è un indicatore statistico che misura le relazioni tra gli andamenti di due mercati o indici).

Pollice verso invece per le criptovalute, quasi mai inserite nell'asset allocation di un portafoglio PB. Sono un asset troppo volatile e non rientrano nemmeno nel perimetro della consulenza. Di segno opposto i cosiddetti digital asset, una forma di investimento digitale basata sulla blockchain sulla quale vengono conservate tutte le transazioni effettuate sullo stesso. A livello settoriale spazio anche a energia, healthcare e tecnologia. Vi è insomma un’attenzione per le tematiche di lungo termine, dove gli investimenti continueranno a crescere. Non è da prediligere il settore finanziario, che ha corso già parecchio. Tra i trend d'investimento del cliente private troviamo anche l'andamento demografico, il climate change e la transizione tecnologica. È cresciuta soprattutto la sensibilità delle famiglie 'private' per gli investimenti sostenibili, arrivati a rappresentare un terzo del totale degli asset investiti nel private banking.