Economia

​​​​​​​Tassi al picco, spread in discesa. Ma incubo recessione

a cura di Victor Verberk e Sander Bus*

Gradualmente la recessione guadagna spazio e viene sempre più integrata nelle prospettive generali, aumentando la dispersione del mercato

Nel 2023 il nostro scenario di base prevede una recessione sia negli Stati Uniti che in Europa. Prevediamo che le recessioni investiranno simultaneamente queste due regioni, traendone vicendevolmente forza, ma per cause di fondo diverse. Gli Stati Uniti dovrebbero attraversare un tipico ciclo di balzi repentini seguiti da improvvise contrazioni, mentre l’Europa sarà spinta in recessione soprattutto a causa dello shock generato dai limiti di approvvigionamento energetico.

La Cina si trova in una fase diversa. Ha appena abbandonato la sua politica di azzeramento dei contagi. Per quanto strano possa sembrare, nel breve periodo la riapertura può portare a una minore attività economica, poiché il virus si diffonderà rapidamente e i consumatori si autoimporranno una riduzione alla mobilità. Entro un paio di mesi, tuttavia, l’economia cinese dovrebbe ripartire.

La Cina riuscirà a riconquistare il ruolo di locomotiva ed evitare al resto del mondo di cadere in recessione? Ne dubitiamo. È un mercato nel quale la leva fiscale non ha forza sufficiente e i conti pubblici scoraggiano un aumento della spesa come accaduto in passato, quando l’economia aveva bisogno di una spinta. In conclusione, non vediamo ancora ragioni per valutare positivamente i fondamentali.

L’era TINA (“There Is No Alternative”) è definitivamente archiviata. Oggi anche i Treasury a breve scadenza offrono un rendimento del 4% - un livello che un anno fa raggiungevano solo i mercati high yield -. Le valutazioni più interessanti si trovano nell’investment grade europeo e soprattutto fra i titoli finanziari. Questo mercato offre spread superiori ai livelli mediani ed è anche conveniente rispetto all’omologo statunitense.