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Economia
Uk, inflazione ai minimi dal 2021, ma la BoE non taglia i tassi
Andrew Bailey, Christine Lagarde e Jerome Powell, presidenti rispettivamente di BoE, Bce e Fed

Bo, tassi invariati al 5,25% 

La Banca d'Inghilterra ha mantenuto invariato il tasso di interesse principale al 5,25%, ai massimi da 16 anni, a pochi giorni dalle elezioni politiche del 4 luglio. Il Comitato di Politica Monetaria della BoE ha votato 7-2 per mantenere i tassi invariati.

La BoE ha affermato che le imminenti elezioni non hanno avuto alcun impatto sulla sua decisione. L'Istituto centrale si aspetta tuttavia un rialzo dei prezzi al consumo e ha ribadito la sua previsione per un’inflazione intorno al 2,5% nella seconda metà del 2024. La BoE ha iniziato ad aumentare i tassi nel dicembre 2021, prima rispetto alle altre principali banche centrali, e hanno raggiunto il picco attuale nell'agosto 2023. 

La BoE sfida il mercato 

Il rallentamento della crescita del Regno Unito e l'incoraggiante andamento dell'inflazione rendono più che giustificata la riduzione dei tassi di interesse da parte della Banca d'Inghilterra (BoE) oggi. L'inflazione è scesa al livello più basso degli ultimi tre anni. Nel frattempo, la crescita è ristagnata ad aprile, mentre il tasso di disoccupazione (tasso a tre mesi) è salito al 4,4%, con una perdita di 140.000 posti di lavoro.

Quindi, la BoE taglierà i tassi? La probabilità implicita del mercato delle opzioni suggerisce solo un 6% di possibilità, quindi, è chiaro che non si pensa a un taglio. In effetti, la probabilità che la BoE tagli i tassi entro la riunione di agosto del Monetary Policy Committee (MPC) è appena del 30%.

La ragione di questa cautela risiede principalmente nei timori degli investitori (riflessi nei mercati monetari) che il calo dell'inflazione britannica, tornata in linea con il target della BoE del 2% a maggio, sia solo temporaneo. E i mercati monetari hanno storicamente dettato i tempi della politica della banca centrale nel Regno Unito.

Non mi sorprende che dei 65 economisti intervistati da Reuters, nessuno preveda un taglio oggi, e nemmeno noi, che ci aspettiamo invece un taglio ad agosto.

In passato la BoE si è mantenuta in linea con il mercato

Nonostante esista l'ipotesi di un taglio dei tassi, tra gli investitori si pensa che la BoE allenterà solo quando il mercato sarà pronto. La Vecchia Signora di Threadneedle Street, infatti, non ha la reputazione di essere un'istituzione dura come la sua controparte americana.

La frase coniata negli anni '70 "Don't fight the Fed" era originariamente rivolta agli investitori azionari, ma da allora il vecchio mantra è servito ad avvertire gli investitori in generale di non scommettere contro i policymaker della Federal Reserve.

La BoE dovrebbe seguire i segnali dovish e sfidare il mercato? Sì e no. Un taglio dei tassi a sorpresa farebbe muovere i mercati e, in particolare, indebolirebbe la sterlina rispetto alle altre principali valute.

Questo non è necessariamente un problema, dato che aumenterebbe la competitività degli esportatori britannici. Tuttavia, aumenterebbe anche il costo dei beni importati, contribuendo a un aumento dell'inflazione nel breve periodo.

Il MPC dovrebbe, invece, se lo ritiene opportuno, dare il segnale più forte possibile che l'allentamento è imminente. Dovrebbe farlo nella speranza che più investitori credano e scommettano che la Banca taglierà i tassi ad agosto. In questo modo le condizioni finanziarie si allenterebbero subito in qualche misura e il taglio sarebbe più facile da digerire per il mercato valutario quando avverrà ad agosto.

L'alternativa sarebbe seguire i mercati e spiegare all'opinione pubblica perché ha deciso di non tagliare i tassi, nonostante i dati vadano generalmente nella giusta direzione. Con l'incombere delle elezioni generali nel Regno Unito, se la comunicazione non sarà corretta, si potrebbero scatenare indesiderate accuse di favoritismo politico.

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La Banca Centrale passa a un atteggiamento dovish

Nelle ultime riunioni il MPC si è lentamente orientato verso una posizione più dovish. L'ultima riunione di maggio ha lasciato intendere l'imminente inizio di un ciclo di tagli, facendo sperare in un certo sollievo per le famiglie.

Tuttavia, da quella riunione, i mercati monetari hanno posticipato la data del primo taglio dei tassi d'interesse, nonostante i recenti dati più deboli nel Regno Unito. Una parte del ritardo nelle previsioni sul primo taglio può essere attribuita ai mercati internazionali (soprattutto gli Stati Uniti). Rimane tuttavia il timore che il calo dell'inflazione nel Regno Unito possa essere solo temporaneo e che l'elevata inflazione salariale sia alla base dell'elevato tasso di inflazione nei servizi, che a maggio era del 5,7%.

Negli ultimi mesi la BoE ha segnalato che l'inflazione potrebbe aumentare nel breve termine, poiché le pressioni inflazionistiche interne tardano a dissiparsi. Tuttavia, nelle sue precedenti proiezioni, vedeva l'inflazione al di sotto dell'obiettivo nel medio termine, come implicito in un profilo dei tassi d'interesse più basso di quello attualmente prezzato dai mercati.

*Senior European Economist and Strategist, Schroders






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