Economia
UniCredit rimanda l'M&A a Natale. Spezzatino Mps? "Lavoro sporco" al Mef
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Completamento della squadra, definizione del piano industriale e dossier delle fabbriche prodotto. Sono le priorità che Andrea Orcel, secondo alcune fonti interne alla banca, si è dato in questo momento mentre si appresta a tagliare il traguardo dei primi 50 giorni al timone di UniCredit. Obiettivi che confermano quanto si vocifera sul risiko bancario e cioè che il nuovo numero uno di Piazza Gae Aulenti è poco orientato ad aprire subito il capitolo dell’M&A, mettendo a segno un blitz veloce sul mercato del credito tricolore.
Le fonti vedono piuttosto un’operazione a fine anno che, contrariamente ai desiderata del Ministero dell’Economia che vorrebbe portare in sposa la controllata Mps a UniCredit, avrebbe come oggetto il BancoBpm e non Rocca Salimbeni.
Così, registrata allo stato attuale l’indisponibilità di Piazza Gae Aulenti ad acquisire tutto il gruppo senese, in Via XX Settembre sta prendendo sempre più corpo l’ipotesi della vendita separata di asset (il cosiddetto spezzatino), da realizzare dopo un'ulteriore ripulitura del portafoglio crediti, del Monte.
Oltre all’eventuale interesse di UniCredit soltanto per alcune parti del gruppo, come ad esempio gli sportelli del Nordest su cui sembra che abbia messo gli occhi anche l’emiliana Bper di Piero Montani, pare che il niet di Orcel a ingerire tutto il boccone Montepaschi derivi anche dal fatto che il banchiere voglia evitare una lunga trattativa con l’Antitrust per il rispetto delle soglie di concorrenza sulle parti da cedere, viste le molte sovrapposizioni in alcune aree del Paese (come la Sicilia, le aree metropolitane di Roma e Milano e la costa toscana) con Mps che conta più di 20 mila dipendenti e circa 1.800 filiali in tutta Italia.
Il direttore generale del Tesoro Alessandro Rivera
La gestione dell'intero dossier e le relative dismissioni di cui infatti Orcel dovrebbe farsi carico sarebbero ad esempio molto più complesse di quelle che lo scorso anno Intesa dovette completare quando scalò Ubi.
In quel caso il numero uno di Ca’ de Sass Carlo Messina, sotto la regia di Mediobanca, confezionò l’offerta pubblica di scambio trovando la disponibilità e imbarcando subito nell’operazione Bper, partner ad hoc per la dismissione degli sportelli eccedenti. Un jolly sul tavolo da gioco con l’authority guidata da Roberto Rustichelli, una carta che Orcel dovrebbe appena trovare.
Il lavoro sporco, dunque, meglio farlo fare al Tesoro.