Economia
UniCredit, rumors: Anima, Arca e Mediobanca, i target di Orcel. Ecco perchè
Con una scalata al Banco, Orcel non solo si rafforzerebbe nella regione più ricca del mercato, ma metterebbe le mani anche sulla fabbrica prodotto Anima
È vero: Andrea Orcel ha rimandato l’M&A alla fine dell’anno, quando cioè la situazione della pandemia sarebbe stata definita in modo più netto. E anche quando la vicenda Mps si sarà chiarita ulteriormente. Fino ad allora, però, c’è da scommettere che la sua scrivania in Piazza Gae Aulenti sia invasa di dossier di possibili obiettivi su cui puntare.
Quello che è evidente – ed è il motivo per cui Orcel ha sostituito Jean Pierre Mustier – è che non è più il tempo per l’istituto milanese di guardare Banca Intesa irrobustirsi sempre più senza mettere in campo adeguate contromisure. Oltre alla già citata Montepaschi, ci sono alcuni obiettivi diversi che il manager potrebbe vagliare prima di decidere il da farsi.
Non è un mistero che il primo e più “concreto” sia quello che riguarda Banco Bpm. L’istituto guidato da Giuseppe Castagna, infatti, è da tempo alla ricerca di un partner con cui realizzare il famoso “terzo polo”, alternativo a UniCredit e Intesa. Discorsi erano stati avviati negli scorsi mesi con Bper e con Carlo Cimbri, numero uno di Unipol che dell’istituto modenese detiene il 19%.
Cimbri ha indicato Piero Montani come nuovo amministratore delegato per l’istituto di credito emiliano aprendo a una nuova stagione dopo quella di Alessandro Vandelli. Sempre Unipol ha recentemente acquistato il 6,62% della Banca Popolare di Sondrio arrivando a oltre il 9% del capitale. Possibile una triangolazione con Banco e Bper? La risposta secca è sì. Quella più articolata è che sarebbe difficile riuscire a mettere insieme tutte quelle teste e quelle specificità territoriali.
E qui potrebbe inserirsi Orcel. Il quale ha da tempo nel mirino proprio Banco Bpm, ma che ha anche due mosse a sorpresa da giocare a tempo debito. A quanto può riferire Affaritaliani.it, il manager di Piazza Gae Aulenti vuole puntare anche sulle cosiddette fabbriche prodotto, cioè su soggetti di gestione del risparmio, credito al consumo e via dicendo. Proprio la gestione del risparmio , complice la pandemia, sta diventando sempre più nodale nelle strategie degli istituti.
Così, dopo che un mese fa il ceo di Anima Holding, Alessandro Melzi D’Eril, aveva dichiarato di essere pronto a strategie di M&A (probabilmente il manager pensava a un ruolo più “attivo” di Anima, ma questi sono dettagli) ora sembra che nella lista di potenziali target del gruppo di Piazza Gae Aulenti, secondo i rumors, ci sia anche la società di gestione del risparmio che vede come principale azionista proprio Banco Bpm, con una quota del 19,4%, seguito da Poste Italiane. Anima ha oltre 194 miliardi di masse gestite, cresciute di 17 miliardi rispetto ad aprile del 2020.
(Segue...)