Economia

Vitrano (ClearBridge): "Puntiamo sul'healthcare. Meta è ferita ma non morta"

di Marco Scotti

La portfolio manager, tra le 10 più influenti a livello globale, annuncia nuovi aumenti dei tassi da parte della Fed

Torniamo ai “consigli per gli acquisti”: oltre all’healthcare vede altri settori interessanti?
L’healthcare rimane il nostro preferito, per il resto stiamo cercando di diversificare quanto più possibile. Sappiamo che i multipli e i rendimenti si ridurranno, per questo cerchiamo di avere un portafoglio quanto più possibile diversificato. Vogliamo difenderci ma siamo anche alla ricerca di opportunità di lungo termine in mezzo al vasto sell-off di mercato in corso, perché siamo pur sempre dei gestori. Vogliamo avere una “lista della spesa” pronta per quando le cose torneranno a essere normali, con tassi adeguati. Nel mondo industriale vediamo dei trend di ampio respiro: l’elettrificazione, ad esempio, è qualcosa che sta crescendo. E le aziende che sono all’interno di questo comparto, dunque, hanno valutazioni alte e rendimenti non particolarmente elevati. Ma sono al centro di una trasformazione epocale che durerà per anni. 

È il momento di puntare ancora sulla Silicon Valley, ora che le valutazioni si sono decisamente ridotte? O bisogna ancora aspettare?
Dipende molto dall’orizzonte temporale che si vuole considerare. Se parliamo di un periodo di tempo lungo, secondo me queste società sono ancora decisamente interessanti. Prendiamo Meta, ad esempio: in questo momento ha una bassa valutazione perché si occupa di advertising online e, con l’economia che rallenta, è una dinamica normale. Però non dimentichiamo che c’è un ottimo engagement a livello globale anche grazie a WhatsApp e Instagram. E la piattaforma di messaggistica non è ancora monetizzata a dovere. 

C’è un problema Silicon Valley?
No. Molte aziende stavano crescendo in modo così rapido e profittevole che avevano bisogno di imparare la disciplina finanziaria. Google, che attualmente non abbiamo in portafoglio, l’ha fatto da tempo e oggi ha una solidità notevole. Nonostante la recente frenata delle assunzioni, Google sta ancora investendo nel suo business cercando soltanto di mostrare una maggiore disciplina nella gestione delle spese. 

C’è anche da dire che il mondo della Silicon Valley si è molto schiacciato sul tema dei pagamenti, sembrava che ogni nuova realtà fosse ormai destinato a diventare un unicorno: è così?
Il mondo della digitalizzazione dei pagamenti continua a crescere, anche in Italia, dove l’uso del denaro contante era preponderante prima della pandemia. Il discorso cambia se si prende in esame solo il mondo del Buy Now Pay Later, perché lì ci sono anche dei temi di merito di credito, soprattutto se dovesse ridursi l’occupazione negli Stati Uniti. Le aziende che offrono la dilazione dei pagamenti in maniera diretta rischiano di andare sotto pressione. Diverso il tema di Amazon, che garantisce la possibilità di rateizzare, ma si appoggia su un provider esterno che supporta il rischio di credito al consumo.