Economia

Whirlpool, 200mila lavatrici in meno: il rigetto al ricorso dei sindacati

di Marco Scotti

Dal 2016 al 2019 sono state prodotte da un massimo di 402mila unità nel 2016 a un minimo di 245mila. Ciò è stato stimato in una perdita di circa 75 milioni

Per questo motivo, già nel 2019 Whirlpool ha convocato i sindacati per dichiarare la non sostenibilità del sito napoletano. I sindacati, dal canto loro, hanno lamentato che nel triennio 2018-2020 non fossero stati investiti ulteriori 10 milioni di euro e che, per questo, Whirlpool sarebbe venuta meno agli accordi presi in precedenza. La multinazionale americana – e la sentenza sembrerebbe darle ragione – ha però argomentato che non solo quegli investimenti non erano più dovuti, ma che Whirlpool stessa si era prodotta per trovare nuovi partner.

“Inoltre – si legge ancora nella sentenza - risulta che la società, al fine di mantenere i livelli occupazionali si sia attivata nell’agosto del 2019 nel ricercare soluzioni, coinvolgendo le OO.SS., mediante la cessione del ramo di azienda anche con la riconversione aziendale. L’essersi adeguata poi, al diniego manifestato dai lavoratori e dai sindacati, di certo evidenzia la correttezza delle relazioni sindacali ed il peso che le Sigle ricorrenti hanno avuto nelle trattative. Deve pertanto ritenersi che non sia espressione di antisindacalità il comportamento avuto dalla resistente, che non ha proseguito sin dal maggio del 2019 negli investimenti, così come previsto dal piano, e che ha cessato l’attività produttiva nel sito dal primo novembre 2020”.

Sempre i giudici hanno potuto provare che dal maggio 2019, cioè da quando si è aperta la vertenza tra Whirlpool e i sindacati, ci sono stati almeno 27 incontri formali, dando vita a una delle più importanti partite di politica industriale degli ultimi decenni.