Economia
Whirlpool, lavoratori in rivolta a Napoli: bloccato l'aeroporto. VIDEO
Sit in all'interno dello scalo e corteo verso la rotonda di viale Maddalena. Ma l'azienda frena gli animi: "Nessuna lettera di licenziamento"
Whirlpool, ancora caos sui licenziamenti. La multinazionale americana smentisce l'invio delle 330 lettere
Ancora caos sul caso dei licenziamenti di Whirlpool, la fabbrica di via Argine a Napoli che ieri ha annunciato la chiusura del sito. Un centinaio di lavoratori si sono oggi ritrovati nell’aeroporto di Capodichino per protestare contro la risoluzione della multinazionale americana. "Se l'azienda non ritorna indietro sulla sua decisione, la tensione sociale sarà difficilmente governabile", ha sottolineato il segretario Uil Campania, Giovanni Sgambati. Concluso il sit in all'interno dello scalo, i lavoratori si sono diretti con un corteo verso la rotonda di viale Maddalena su cui si innesta la tangenziale cittadina per bloccare il traffico.
"Whirlpool non è un'azienda in crisi, la scelta di avviare la procedura di licenziamento è legata al mercato e al profitto. Whirlpool sta violando gli accordi presi con il Governo. Le lavoratrici e i lavoratori sono riusciti a tenere la fabbrica aperta in questi di due anni di mobilitazione. Il PNRR deve fare la sua parte: il Mezzogiorno rischia la deindustrializzazione mentre arrivano fondi ingenti alle imprese. Era assolutamente chiaro che con lo sblocco dei licenziamenti ci saremmo trovati in questa situazione. I fondi esteri e le multinazionali devono avere vincoli legati alle politiche industriali altrimenti prevale la logica del profitto. Il Governo intervenga con forza”, ha dichiarato Francesca Re David, segretaria generale Fiom-Cgil, intervenendo alla trasmissione Agorà Estate.
Anche il presidente della regione Campania, Vincenzo De Luca, sottolinea la “gravità insostenibile della situazione”. “Ci auguriamo che l'incontro con il presidente del Consiglio dei ministri, Mario Draghi possa, rappresentare una svolta nella vertenza”, ha continuato De Luca. "Realisticamente occorre utilizzare le prossime settimane per impegnare una delle grandi aziende del nostro Paese in un piano serio e credibile di reindustrializzazione – ha aggiunto il presidente di Regione - i lavoratori sono disponibili. La Regione riconferma il suo sostegno anche finanziario a una ipotesi di reindustrializzazione che garantisca realmente il lavoro per le centinaia di dipendenti Whirlpool".
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Nel frattempo, nel mezzo del sit in, i lavoratori hanno appreso dell'arrivo delle lettere di licenziamento alle segreterie territoriali di settore, destinate ai 330 dipendenti di Via Argine. Secondo quanto si è appreso, la mail non è però stata mandata all'Unione Industriali di Napoli. "Sta soffiando sul fuoco della rivolta non è atteggiamento comprensibile da parte loro e da parte dell'Unione Industriali. Si sta portando la città sull'orlo dell'esasperazione", ha dichiarato il segretario della Uil, Giovanni Sgambati.
In tutto ciò però Whirlpool ha smentito di aver inviato lettere di licenziamento ai dipendenti del sito di Napoli: l'azienda ha precisato di aver inviato lettere alle rappresentanze sindacali e alle Istituzioni competenti sull’avvio della procedura di licenziamento collettivo, come anticipato nella giornata di ieri al tavolo al Mise. Il gruppo ha ricordato che "la procedura ha una durata di 75 giorni, durante i quali i dipendenti del sito di Napoli riceveranno la normale retribuzione". E quindi, "nessuna lettera di licenziamento sarà inviata dall’azienda ai dipendenti fino al termine della procedura, come previsto dalla legge".
Whirlpool ad Affari: "Nessuno ha mostrato interesse per lo stabilimento. Aperti al dialogo con il governo, anche nell'immediato"
A fronte di tali dichiarazioni, Affaritaliani.it ha contattato Whirlpool per fare chiarezza su quanto accaduto. “In estrema sintesi questi 75 giorni non impediscono nessun eventuale individuazione di alternative. Tecnicamente la procedura di licenziamento collettivo serve proprio per dare il tempo alle ridefinizioni. I dipendenti continuaranno a ricevere i compensi", ha confermato la multinazionale.
Mentre sullo scenario futuro, il quadro è ancora incerto. Ad Affaritaliani.it l'azienda ha rivelato: “Al momento non abbiamo avuto notizie da parte di Invitalia o del governo su chi potrebbero essere eventuali interessati”. “Nel 2019 avevamo indentificato un soggetto interessato (BRS) a prendere sito e lavoratori, rigettato però da governo e sindacati. Con la pandemia poi si è tutto fermato. Ora, come venuto meno il blocco dei licenziamenti, nessuno ha mostrato interesse a prendere il sito, così abbiamo avviato le procedure”, ha affermato Whirlpool.
“Se sul tavolo c’è una qualche proposta tra governo e Invitalia a noi non risulta. Ma rimaniamo aperti per un confronto, anche immediato”, ha chiosato la multinazionale americana. Anche se in realtà, secondo indiscrezioni riportate da Affaritaliani.it, sul tavolo di Napoli si fa il nome del gruppo giapponese Hitachi.