Spettacoli
Carolyn Smith, la danza, la malattia, gli allievi in Ucraina. L'intervista
"Era scritto nelle pagine del mio destino che sarei diventata una ballerina. Mia madre ballerina, mio padre ballerino, anche mia nonna e mio nonno"
E poi arrivano i successi…
Sì, il primo in Italia a Torino per la precisione. Avevo 15 anni. Rappresentavo la Scozia al Campionato Europeo. E’ stato fantastico. Mi ricordo come se fosse ieri la bellissima divisa della mia nazione che indossavo e il volo che feci davanti alla giuria, finii a gambe all’aria. Sinceramente credo che piacqui subito agli italiani, ma anche prima, da ragazzina! I miei vicini di casa con i quali sono cresciuta erano triestini e napoletani. Sin dalla culla dunque frequento la comunità italiana. C’è un feeling particolare. Ad insegnare invece ho cominciato all’età di 23 anni, e questo è rimasto il mio lavoro fino ad oggi.
Ora ci troviamo a Treviso, per il raduno di “Sensual Dance Fit”. Cosa si sta svolgendo esattamente qui?
Guardi, tre volte l’anno organizziamo dei meeting di formazione con lo staff e tutte le insegnati delle mie scuole. Qui a Treviso durerà 9 giorni, abbiamo circa 110 donne che ci hanno raggiunto anche se in totale sono 130 (alcune non sono potute venire per impegni familiari e Covid). Ognuna è docente della propria scuola. In tutte le scuole sul territorio nazionale sono già iscritte oltre 10 mila allieve e solo negli ultimi 7 mesi abbiamo aumentato di ben 45 sedi. Manca solo la Sardegna, ma a luglio apriremo anche lì, a Cagliari. Tutto è iniziato nel 2017, dal primo test a casa mia per poi partire ufficialmente verso la metà del 2018. Sono quasi 4 anni.
Approfondiamo. “Sensual Dance Fit”, rivolto – si legge nell’incipit – a tutte le donne senza differenza di età, taglia e formazione professionale. Danza e crescita personale …. Ovvero?
Quando balli guidata dall'insegnante insieme al tuo gruppo di "sorelle" i problemi rimangono fuori dall’aula. Con 56 anni di carriera alle spalle so che il ballo ha una potenza incredibile, mentale in particolar modo. Si instaura un rapporto profondo tra l’allievo e lo specchio. C’è uno spazio libero di 2 metri attorno a ciascuna allieva, un confronto con se stessi come in poche altre realtà. Cerco di far capire quanto è straordinario non solo ballare ma guardarsi con coraggio negli occhi. Piano piano inizia la scoperta di se stesse, di cose che neanche loro sapevano di avere. E in tutto questo magnifico percorso interiore cresce l’autostima, fondamentale per il prosieguo sia del lavoro fisico sia nella vita. Deve considerare che nell’agonismo c’è più psicologa che coreografia, poiché è complesso mettere due persone insieme per raggiungere un unico obiettivo. Devono essere necessariamente collegate mentalmente. Un lavoro di introspezione. Pensi che ci sono donne che sono cambiate con i nostri corsi, ad altre invece, abbiamo salvato letteralmente la vita.
E come si apre una sua scuola “Sensual Dance Fit”? Qual è l’iter?
Il primo passo è entrare nel sito, presentare dei documenti, formulare apposita domanda ed essere una insegnante. Ho un team ferrato che cura la parte tecnica e organizza questo settore. I requisiti sono fondamentali. Si deve possedere l’abilitazione e determinati parametri per essere ammessi. Le faccio un esempio. Se già siamo presenti a Roma in zona Eur e ci perviene una richiesta per il medesimo luogo non possiamo accettarla. C’è quella che noi chiamiamo l’esclusiva territoriale. Oltre a mio marito lo staff è ben nutrito e composto da professionisti in marketing e public relation. Siamo in forte crescita e ci punto moltissimo.
Ballerina, coreografa, maestra di danza e dal 2007 giudice a “Ballando con le Stelle”. A proposito di Ballando, come va l’intesa in casa Carlucci con i suoi colleghi?
Beh, che dire, all’interno del programma ho una sorella e un fratello, Milly Carlucci e Paolo Belli. Sono una famiglia per me. Con il resto dei colleghi andiamo d’accordo anche se a volte ci scontriamo, ma fa parte del lavoro e del “gioco”. Con Ivan Zazzaroni il legame è forte, ma anche con gli altri. La bagarre che si vede in tv poi finisce subito dopo. I rancori non esistono, anche perché in questo mondo ci sono ben altri problemi e lo stiamo vedendo. La litigata per il ballo finisce lì e si va avanti meglio di prima.
E poi arriva la dieta unita al ballo con la nutrizionista Evelina Flachi. “Dance Detox”, cos’è esattamente?
Tutto nasce dall’incontro su Instagram tra me ed Evelina. Il concetto è stato: “come posso disintossicare il mio fegato dalla chemioterapia?”. E così ho chiesto aiuto ad un’esperta di grande valore. E’ nata da lì. Ma poi mi sono spinta oltre ed ho scelto di creare con Evelina un percorso detox adatto ad ogni donna, di ogni condizione di salute, che abbinasse cibo e danza. Un invito alla rinascita in questo momento così critico. Un progetto che ogni donna può seguire, sui miei social e nel sito di Sensual Dance Fit.
L’intruso, come lo chiama lei. Qualche anno fa ha scritto un libro sulla sua malattia. Emotivamente molto forte. Parlarne le è stato di conforto?
I miei genitori mi hanno insegnato a lottare sempre, mai disperarsi. Parlarne sicuramente mi ha aiutato. Appena saputo mi è cascato il mondo addosso, non lo posso negare, ma per noi scozzesi niente è tabù. Fa parte del nostro DNA. I primi momenti che ne ho parlato in tv sono stata criticata, poi lentamente mi hanno compreso, cercando di fare campagna di sensibilizzazione su un tema che purtroppo colpisce molte, troppe persone. Iniziai da Bruno Vespa quando mi chiese perché portavo il turbante. Non potevo dire in televisione cancro o tumore, così lo chiamai l’intruso, “sto combattendo contro un intruso”, gli dissi. Poi da Paola Perego e Salvo Sottile, quando tolsi il copricapo e si palesò il mio stato.
Cosa si sente di dire a tutti coloro che lottano quotidianamente con questo male?
Di non mollare mai! Di essere sempre positivi. Ottimismo, ottimismo, ottimismo! Non cedere all’intruso, ma soprattutto la prevenzione. Solo con la prevenzione si possono prendere in tempo anche le cose più irreparabili. Ottimismo, prevenzione, forza e positività.
Cosa mi può dire della Carolyn doppiatrice? E’ tra le voci “speciali” del cartoon per bambini “Lampadino e Caramella”. Come ha vissuto questa nuova esperienza?
Veramente meravigliosa! E’ stato il mio amico e collaboratore Emilio Sturla Furno’ che mi ha seguito nel progetto. Stupendo debbo dire. Entrare dentro Cinecittà nella sala d’incisione di Alberto Sordi è da infarto. Mai avevo doppiato in vita mia, anche perché il mio italiano non è perfetto. Un team fantastico e un cartoon per bambini molto carino. Una prova non facile direi. Ho capito le vere difficoltà di questo lavoro: il doppiaggio. Sono dei grandi professionisti.
A proposito di problemi seri. Prima mi diceva che è inutile prendersela troppo a Ballando con le Stelle poiché ci sono cose ben più gravi nella vita. La sua scuola è presente anche in Russia e Ucraina? Ha sentito o sente qualcuno nei due Paesi attualmente in guerra?
Sì, ho molti allievi e colleghi sia in Ucraina che in Russia. Un momento veramente drammatico. Uno dei miei è riuscito a scappare con sua mamma e il suo fratellino. Il resto dei maschi sono rimasti per combattere. Tanti altri non riesco proprio a sentirli per via delle scarse comunicazioni. Sta diventando tutto problematico e così assurdo. Circa un mese fa c’è stata una importante gara di ballo all’interno del Cremlino, la “Kremlin Cup”. Erano presenti tutte le più brave ballerine del mondo. A distanza di qualche settimane alcune di quelle persone che stavano lì dentro oggi vengono bombardate. Devastante! Paradossale.
Concludiamo con un breve accenno al Covid. Quanto la pandemia ha danneggiato nell’ultimo biennio il settore della danza?
E’ stato drammatico. Il mondo della danza il più colpito, come quello della musica e dei rapporti che necessariamente implicano una vicinanza fisica. Il nostro è un settore di coppia, vis a vis. E’ stato fermo per tutto il periodo, bloccato ad ogni livello. Diverso invece è stato per Sensual Dance Fit che strutturalmente già rispettava i criteri del distanziamento sociale con questo spazio di 2 metri dedicato ad ogni donna. Un progetto resiliente, che è riuscito a crescere anche durante la crisi. Ora auspico una rinascita più ampia per il mondo del ballo, del teatro, della musica.