Spettacoli

Il Grande Salto di Tirabassi-Memphis omaggia gli anni d'oro del cinema

Marco Zonetti

La commedia agrodolce diretta da Giorgio Tirabassi con protagonisti due ladri maldestri strizza l'occhio a Pasolini e Fellini

La rapina del secolo nel giorno sbagliato. Questa la tagline del film diretto da Giorgio Tirabassi e da lui interpretato assieme a Ricky Memphis, e che riassume alla perfezione il tragicomico dipanarsi degli eventi che vedono due ladri "sgarrupati", Rufetto (Tirabassi) e Nello (Memphis) che, dopo quattro anni di carcere per una rapina fallita, decidono di tentare per l'appunto il colpo che permetterà loro "il grande salto" nella vita.

Dosando alla perfezione risate e amare riflessioni sullo sventurato destino di due "dimenticati" che cercano il riscatto da una vita ostile, lo sguardo del regista  - che ha scritto il film assieme a Mattia Torre e Daniele Costantini - segue con occhio attento e puntuale le vicissitudini dei protagonisti assieme al coro di caratteri che li circonda, fra i quali Paola Tiziana Cruciani, Cristiano Di Pietra, Salvatore Striano, Mia Benedetta, Federica Carruba, Toscano Liz Solari, Roberta Mattei, Gianfelice Imparato, e la partecipazione straordinaria di Marco Giallini, Valerio Mastandrea e Pasquale Petrolo alias Lillo.

Il film, uscito il 13 giugno nelle sale e distribuito da Medusa, strizza l'occhio ai registi italiani che hanno dipinto con maestria la precarietà di chi vive di espedienti (Pier Paolo Pasolini, Sergio Citti ma anche lo stesso Federico Fellini in certe grottesche descrizioni dell'animo umano). Non fa sconti Tirabassi ai suoi due personaggi, non ha paura di mostrarne luci e ombre, evitando di compiere un'agiografia didascalica dei disadattati e insistendo invece con lo sguardo su una società crudele nella quale gli ultimi sono spesso condannati a restare gli ultimi per sempre. 

In conferenza stampa, Tirabassi ha sottolineato che "i due rapinatori di seconda fascia ultracinquantenni non hanno mai conosciuto il benessere e oscillano sulla soglia della povertà". Ma a differenza di saghe come Smetto Quando Voglio nelle quali è l'elemento comico a predominare sullo sfondo di denuncia sociale, qui è il tono amaro a prevalere andando "controcorrente". Un film del tutto "italiano" che fotografa alla perfezione i tanti vizi e le poche virtù di questo particolare periodo storico, senza scopiazzature dalle pellicole americane e che rivela per Giorgio Tirabassi, oltre alla bravura degli attori magistralmente calati nelle loro parti, un riuscitissimo "grande salto" da attore a regista.