Esteri

Cina in Kenya, tensioni col Giappone, vescovo Li Huiyuan: pillole asiatiche

di Lorenzo Lamperti

Sentenza contro la ferrovia finanziata da Pechino nel paese africano. Frizioni nel Mar Cinese Orientale. Riconosciuto il vescovo di Fengxiang (Shaanxi)

KENYA, SENTENZA CONTRO LA FERROVIA CINESE - La scorsa settimana Xi Jinping aveva organizzato un vertice straordinario con i leader africani. Un appuntamento al quale i media cinesi hanno dato molto risalto e che era funzionale a riallacciare alcuni fili che si erano allentati durante la pandemia da coronavirus tra i presunti episodi di razzismo del Guangdong e un'indagine sugli investimenti in Nigeria. Durante quel summit erano stati annunciati la sospensione dei pagamenti del debito e un canale preferenziale per il futuro vaccino. Ora, però, torna a emergere qualche problema. In particolare in Kenya, dove la Corte d'Appello presso l'Alta corte ha sentenziato, sulla base di una denuncia presentata da alcuni gruppi di attivisti nel 2014, che la costruzione della Standard Gauge Railway è illegittima. Si tratta di una ferrovia che unisce il porto di Mombasa alla capitale Nairobi (con una seconda tratta fino a Naivasha) e che è stata finanziata proprio da Pechino. Era anche stata citata dallo stesso Xi negli scorsi giorni come esempio di cooperazione sotto il cappello della Belt and Road Initiative. Sotto accusa le procedure di appalto, che sarebbero state poco trasparenti e non conformi al principio di concorrenza. Il progetto, costato 3,2 miliardi di dollari, è stato finanziato con due tranche di prestiti dalla banca cinese Exim, mentre per la seconda tratta è entrata in scena la China Communication Construction Company. A livello pratico, la ferrovia è già in funzione e ci sarà probabilmente un ulteriore passaggio giudiziario presso la corte suprema.

TENSIONI CINA-GIAPPONE NEL MAR CINESE ORIENTALE - Tra i tanti capitoli aperti della politica estera cinese in Asia, nelle ultime settimane sta assumendo sempre più rilevanza quello che riguarda le contese con il Giappone nel Mar Cinese Orientale. Negli scorsi giorni l'amministrazione locale di Ishigaki, prefettura di Okinawa, ha cambiato il nome della designazione amministrativa dell'area che include le isole Senkaku (o Diaoyu per la Cina) da Tonoshiro a Tonoshiro Senkaku. Mossa che non è piaciuta a Pechino, che ha replicato rinominando 50 tra canyon, collinette e terrazze sottomarine. La tensione con Tokyo è alta sia a livello operativo, con il ministro della Difesa giapponese Taro Kono che ha dichiarato che un sottomarino cinese è stato captato a poca distanza dalle coste sudoccidentali del paese, sia a livello diplomatico, dopo il rinvio (e la mancata riprogrammazione) della visita di Xi Jinping nella capitale nipponica. Il governo Abe ha poi lanciato un programma di "China Exit" per incentivare le aziende a lasciare la Cina e tornare in Giappone o ricollocarsi in altri paesi del Sud Est.

SANTA SEDE-CINA, LI HUIYUAN VESCOVO UFFICIALE - Proseguono i segnali di avvicinamento tra Vaticano e Pechino, in previsione dell'accordo sulla nomina dei vescovi che andrà rinnovato nei prossimi mesi. Solo due settimane fa era stato riconosciuto dalle autorità civili il vescovo clandestino di Fuzhou, mons. Pietro Lin Jia Shan. Stavolta è toccato a mons. Pietro Li Huiyuan, dal 2017 vescovo non ufficiale della diocesi di Fengxiang (Shaanxi), ma riconosciuto dalla Santa Sede fin dal 2015 come vescovo coadiutore. Mons. Li Huiyuan ha 55 anni ed è stato vescovo coadiutore di mons. Luca Li Jingfeng, morto nel 2017, che nella sua vita non aveva mai accettato di appartenere alla Associazione patriottica, spiega Asia News, che sottolinea come, a differenza di quanto sta avvenendo nelle diocesi in Fujian, Zhejiang, Henan, Guangdong, Heilongjiang, dove le autorità governative sono molto dure verso le comunità non ufficiali, nello Shaanxi il governo cerca da tempo una certa armonia con la Chiesa.