Esteri
Plenum in Cina, Suga nel Sud-est, Quad,Taiwan: pillole asiatiche extra large
La settimana della (geo)politica asiatica
CINA, ECCO IL PLENUM - "Allacciatevi le cinture" è un invito molto spesso abusato a livello mediatico. Nei prossimi dieci giorni, però, di movimento ce ne sarà sul serio. Tutti aspettano il 3 novembre e le elezioni presidenziali statunitensi, con l'esito della sfida tra Donald Trump e Joe Biden che potrà dire molto su quanto ci aspetta nei prossimi anni a livello geopolitico. L'antipasto, più che mai corposo, arriva da casa del rivale numero, la Cina, con il quinto Plenum del 19esimo Comitato centrale del Partito Comunista. Ne abbiamo già parlato la scorsa settimana, con il viaggio di Xi Jinping al sud (tema affrontato anche insieme a Francesco Radicioni su Radio Radicale nei suoi aspetti storici, simbolici e programmatici), il completamento della traiettoria autarchica e i tempi grami per il vicepresidente Wang Qishan. Durante la marcia di avvicinamento all'appuntamento che di fatto darà il via al nuovo piano quinquennale, sono successe altre due cose. Anzi tre.
Primo: è stata approvata una legge per il controllo sull'export tecnologico. I dettagli non sono ancora chiari e il provvedimento entrerà in vigore solo a dicembre, ma difficile non leggerlo come una risposta all'offensiva Usa su Huawei & company, e come un'ulteriore passo di preparazione al decoupling, se mai avverrà.
Secondo: l'economia cinese è cresciuta del 4,9 per cento nel terzo trimestre, grazie al traino del turismo interno legato alla Golden Week e alla ripresa delle esportazioni. La bilancia torna in positivo anche su base annuale, con le speranze sempre più concrete di una ripartenza a V dopo lo stop causato dal Covid-19.
Terzo: comincia la revisione della legge sulla difesa nazionale varata nel 1997 e ritenuta ormai obsoleta. Negli ultimi 20 anni, “la situazione strategica è cambiata”, spiega la stampa cinese citando l’instabilità del contesto internazionale a riprova della necessità di nuove misure. La bozza dell’emendamento, passibile di modifiche fino al 19 novembre, prevede per la prima volta la mobilitazione difensiva in risposta alla “minacce agli interessi di sviluppo” e individua come prioritario il rafforzamento della cybersicurezza e la difesa dello spazio elettromagnetico. Secondo la nuova formulazione, le forze armate potranno essere dispiegate “per proteggere i cittadini, le organizzazioni, le unità e le strutture cinesi all’estero, salvaguardando così gli interessi esteri della Cina e partecipando ad attività tra cui missioni di mantenimento della pace delle Nazioni Unite, soccorso internazionale, scorta marittima, esercitazioni congiunte e antiterrorismo secondo quanto stipulato dalla Carta delle Nazioni Unite".
Appendice: forte messaggio retorico da parte di Xi, che alle commemorazioni della guerra di Corea, ha pronunciato un discorso fitto di riferimenti al ruolo di “aggressore” degli Stati Uniti, più volte nominati direttamente, nel conflitto del 1950-1953. “Non permetteremo mai a nessuna forza di invadere o separare la nostra sacra madre patria, e se una cosa del genere accadrà, il popolo cinese contrattaccherà frontalmente”. Implicito avvertimento su Taiwan, dopo il via libera alla vendita di armi per 1,8 miliardi di dollari da parte di Washington a Taipei. “Dobbiamo accelerare la realizzazione della Difesa nazionale e la modernizzazione militare e costruire Forze Armate di prima classe di livello mondiale”, ha detto Xi.
Nel frattempo, tra i vari capitoli di sfida con gli Usa si inserisce anche il Tibet. Lobsang Sangay, leader del governo tibetano in esilio, ha incontrato Robert Destro del dipartimento di Stato americano. Si tratta del primo episodio di tale portata diplomatica in 60 anni. Pechino sostiene che l'azione sia stata fatta con l'intento di destabilizzarla.
ASIA ORIENTALE
KIM RINGRAZIA PECHINO - A proposito di guerra di Corea, si sono tenute commemorazioni, ovviamente, anche a Pyongyang. Kim Jong-un ha idealmente fatto il coro a Xi Jinping, rendendo omaggio ai cinesi che hanno combattuto nella "resistenza all'aggressione americana" durante il conflitto tra Pyongyang e Seul. Il leader nordcoreano si è recato al cimitero dei caduti dell'Esercito popolare dei volontari cinesi, per sottolineare il "contributo storico della Cina alla grande vittoria". "Ogni regione del nostro Paese è strettamente legata al sangue rosso versato dal personale dell'Esercito popolare dei volontari che ha combattuto con coraggio contro gli aggressori imperialisti", ha detto Kim.
GIAPPONE, IL VIAGGIO A SUD EST DI SUGA - Si è concluso il primo viaggio all'estero del nuovo primo ministro giapponese, Suga Yoshihide (qui un mio bilancio della "missione corazzata" nipponica insieme a Valerio Bordonaro di Associazione Italia-Asean). Quattro giorni tra Vietnam (della cui statura all'interno dell'Asean ho parlato qui) e Indonesia, i due snodi vitali dell'area Asean. Un viaggio arrivato in rapida successione con quello del ministro degli Esteri cinese Wang Yi, che è stato sempre nel Sud-est asiatico ma in altri paesi più diplomaticamente "integrati" negli ingranaggi asiatici del Dragone (in primis Cambogia e Laos). Ad Hanoi, Suga ha incontrato il primo ministro Nguyen Xuan Phuc, col quale ha firmato accordi in materia di commercio, antiterrorismo e (segnale più rilevante) difensivo. Tokyo trasferirà tecnologie e attrezzature militari in Vietnam, a partire dai velivoli di pattugliamento marittimo e di trasporto tattico di Kawasaki Aerospace. Allo stesso tempo, però, gli investimenti diretti giapponesi in Vietnam sono crollati del 43% nei primi nove mesi del 2020 (a causa di lentezze nei processi decisionali) e sulla fattispecie Tokyo ha subito il sorpasso sia della Cina sia della Corea del sud. A Giacarta, l'incontro con il presidente Joko Widodo è stato l'occasione per annunciare un prestito da 470 milioni di dollari per il contrasto alla pandemia e l'organizzazione di una ministeriale 2+2 (Esteri e Difesa) per stabilire le modalità di trasferimento di tecnologie difensive nipponiche in Indonesia. Il Giappone opera da tempo nell'area con il cappello della Japan's Free and Open Indo-Pacific, ma ora sembra aver dato una svolta più "tattica" alla sua presenza nella regione.
IL TEST QUAD A MALABAR - Attenzione, però, non si tratta di un arruolamento trumpiano: nonostante le imminenti esercitazioni Quad a Malabar (che dopo alcuni anni vedranno la partecipazione congiunta delle forze militari giapponesi, statunitensi, indiane e australiane), Suga ha ribadito il suo no alla formazione di una "Nato asiatica". Il Giappone, di fronte all'imprevedibilità americana degli ultimi anni, si sta muovendo autonomamente per rinsaldare i legami tra le potenze medie asiatiche nell'ottica di un confronto (non uno scontro) con Pechino.
A proposito di Indo Pacifico, il governo di Palau ha ribadito la richiesta agli Usa di stabilire una base militare permanente nell'arcipelago.
POMPEO NEL SUBCONTINENTE - Nel frattempo, Mike Pompeo prepara l'ennesimo tour anti cinese. Stavolta all'interno della sfera d'influenza indiana. Il segretario di Stato Usa sarà infatti in Sri Lanka (che dopo le recenti elezioni legislative si è avvicinato ancora di più al Dragone) e alle Maldive, con le quali è in programma la firma di un nuovo accordo difensivo. Stavolta col placet dell'India, sempre più attenta alle mosse cinesi. Pompeo andrà a Nuova Delhi, dove verrà invece firmato un accordo che prevede l'accesso indiano ai dati satellitari americani per migliorare la precisione di missili e droni. Non solo. Pompeo sarà anche in Indonesia, pochi giorni dopo la visita di Suga.
Tra India e Cina si registrano intanto passi avanti nel dialogo che dovrebbe portare fine alle tensioni lungo il confine conteso, anche se la costruzione di nuovi ponti e strade da parte di Nuova Delhi rischiano di rendere l'obiettivo più complicato.
Altri motivi di tensione, forse ancora più seri, potrebbero arrivare sul fronte diplomatico, con il governo indiano che starebbe considerando la possibilità di avviare un negoziato commerciale con Taiwan. Abbiamo già raccontato varie volte negli scorsi mesi di come Nuova Delhi stia utilizzando la carta Taipei dopo gli scontri al confine.
SUD-EST ASIATICO
MYANMAR, ELEZIONI CONFERMATE - Nonostante le richieste di oltre 20 partiti dell'opposizione e i rapimenti di candidati da parte dei gruppi armati del Rakhine, le elezioni legislative previste per l'8 novembre sono state confermate dal partito di maggioranza, la Lega nazionale per la democrazia di Aung San Suu Kyi. La pandemia, che era stata controllata in maniera efficace fino a estate inoltrata, sta ora colpendo con maggiore vigore il Myanmar, con oltre 33 mila contagi in circa due mesi.
LA THAILANDIA RIAPRE LE PORTE. ALLA CINA - Il 20 per cento del pil thailandese deriva dal turismo e dal suo indotto. Non sorprende allora che la Thailandia possa essere tra i paesi a soffrire maggiormente della pandemia da Covid-19, che di fatto ha quasi azzerato il turismo internazionale. Dopo mesi di chiusura, però, la recente visita di Wang Yi a Bangkok è servita per istituire una "travel bubble" che dovrebbe servire a riattivare i flussi. Intanto sono arrivati i primi 39 turisti cinesi, mentre nel paese le proteste che mettono in discussione non solo l'attuale governo e parlamento, ma anche l'istituto monarchico, proseguono.
ANCHE LAOS E CAMBOGIA NELLA PARTITA - Laos e Cambogia sono tradizionalmente considerati i due paesi del Sud-est asiatico più integrati nel sistema del Dragone. Qualcosa però si muove anche nella valle del Mekong, quantomeno a parole. MIke Pompeo ha invitato Vientiane a non fidarsi del Dragone, presente nel paese con numerosi progetti ferroviari, infrastrutturali ed energetici. Nel frattempo, le proteste thailandesi stanno avendo qualche riverbero anche in Laos, con diversi utenti che sui social hanno criticato il governo locale con toni visti raramente in passato, richiamandosi alla Milk Tea Alliance.
La Cambogia, il cui primo ministro Hun Sen è stato il primo (e forse l'unico) leader straniero ad andare a Pechino durante le prime fasi dell'epidemia da coronavirus, quando ancora lo si riteneva un peoblema "cinese", sembra intanto avvicinarsi sempre di più alla Cina dopo la firma di un accordo di libero scambio durante la visita di Wang Yi. A Washington è suonato l'allarme per la demolizione di alcune strutture americane in un porto cambogiano, dove potrebbe presto esserci presto per navi cinesi.
MELA VIET - Il Vietnam è tra i paesi che più hanno beneficiato degli effetti collaterali della guerra commerciale Usa-Cina, con la delocalizzazione di numerose imprese internazionali. Hanoi può diventare una meta privilegiata anche delle imprese coinvolte nei vari programmi di China Exit, su tutti quello del Giappone. The Print racconta uno degli esempi che fanno parte di questo discorso, vale a dire il riposizionamento asiatico di Apple, che ha portato benefici e sviluppo a regioni precedentemente poco sviluppate come la provincia del Bac Giang, che negli ultimi anni sta raddoppiando il proprio pil ogni 365 giorni.
TAIWAN
IL CASO PRATAS - Tra gli innumerevoli capitoli aperti tra Taipei e Pechino c'è anche quello delle isole Pratas, o Dongsha, rivendicate dalla Repubblica Popolare ma controllate da Taiwan. Abbiamo raccontato la scorsa settimana la vicenda del volo taiwanese tornato a Formosa dopo l'avvertimento delle autorità dell'aviazione di Hong Kong, che avevano negato la possibilità di entrare nello spazio aereo e dunque di atterrare alle Pratas, dove stazionano per lo più militari di Taipei. Si riteneva che ci fosse dietro una strategia di Pechino per tagliare le comunicazioni tra Taiwan e uno dei suoi territori periferici, anche per fiaccare gli animi dell'isola, ma in realtà la motivazione sarebbe contingente e collegata a un test missilistico. I collegamenti tra Taipei e le Dongsha potrebbero dunque riprendere.
RISSA ALLE FIGI (da China Files) - È stata resa pubblica negli ultimi giorni la rissa tra due funzionari cinesi e un diplomatico taiwanese avvenuta in occasione di un ricevimento al Grand Pacific Hotel della capitale Suva. Sembra che all’incontro, avvenuto in occasione della festa nazionale di Taiwan l’8 ottobre scorso, i due funzionari cinesi abbiano iniziato a fotografare gli ospiti. Questo atteggiamento non è stato gradito dagli organizzatori dell’evento, che avrebbero invitato i due uomini ad allontanarsi scatenando una lite finita con il ricovero del funzionario taiwanese. Ancora poco chiara la dinamica della collusione, che sarebbe avvenuta in un’area pubblica “fuori dalla sede dell’incontro ufficiale”. Al momento entrambe le parti hanno chiesto delle indagini approfondite sull’accaduto, anche perché non mancano accuse incrociate su chi abbia agito per primo.
ARMI E URNE - A poco più di una settimana dalle elezioni americane, Washington approva la vendita di una nuova partita di armi per 1,8 miliardi di dollari a Taipei, che ci tiene a sottolineare che non ha intenzione di rendersi protagonista di una corsa agli armamenti in contrapposizione a Pechino. Il Partito Comunista comunque, quantomeno a livello retorico, non può stare a guardare. E infatti si rinforza militarmente sulle coste. O'Brien avverte l'isola di prepararsi a una possibile invasione, che è tutt'altro che scontato avvenga nel futuro prossimo. I cittadini taiwanesi preferiscono Trump a Biden, ritenendo che il primo abbia un approccio più duro nei confronti della Cina. In realtà, l'appoggio a Taiwan appare del tutto bipartisan e l'imprevedibilità di Trump appare soprattutto un rischio per Taipei. Allo stesso tempo gli abitanti dell'isola continuano a preferire lo status quo nei rapporti con la Cina, anche se preferiscono approfondire il legame con Washington (soprattutto gli elettori del DPP, mentre quelli del GMD guardano di più a Pechino). Nel frattempo, The Verge ha raccontato quello che di poco è rimasto (al momento) dei mastodontici progetti di Foxconn negli Usa.
Il Guomindang, intanto, continua la sua per certi versi inedita campagna retorica anti PCC, ribadendo però la fedeltà alla costituzione e alle rivendicazioni territoriali della Repubblica di Cina. Un sottile gioco retorico che mira a mettere in difficoltà Tsai Ing-wen sul fronte interno.
Il ministero degli Esteri di Taipei si è lamentato della proroga dell'accordo sulla nomina dei vescovi tra Santa Sede e Pechino. E lo ha fatto per la prima volta, visto che di solito ci si limitava a commentare che tale passo era stato fatto dal Vaticano solo in ottica "ecclesiale" e non diplomatica. Evidentemente la linea di Pompeo e Trump ha fatto breccia. "La Chiesa Cattolica, data la sua indipendenza e universalità, non deve essere soggetta a pressione o coercizione da alcun governo, partito politico o gruppo", si legge nella nota. A oggi Taipei ha nella Santa Sede l'unico paese europeo con cui intrattiene relazioni diplomatiche ufficiali.
ALTRE NOTIZIE, IN BREVE
ASIA
Ne abbiamo parlato tante volte nelle ultime settimane sia nelle pillole sia in focus dedicati: dopo le proteste il Kirghizistan tornerà al voto per le elezioni legislative il prossimo 20 dicembre. Da capire quale potrebbe essere il ruolo, se ne avrà uno, dell'ex presidente appena dimessosi Jeenbekov.
Boom di download per Tik Tok in Pakistan dopo la fine della sospensione temporanea per l'app decisa da Islamabad.
CINA-AFRICA
Lavoratori cinesi lasciano l'Africa a causa del rallentamento dei prestiti. Decine di migliaia di contractors hanno lasciato il continente negli ultimi anni.
Il ministero della Sanità dell'Egitto ha ricevuto una seconda partita di vaccini anti Covid-19 dalla Cina.
Gli Usa si muovono per bloccare l'ascesa di Huawei in Africa, ma secondo il China Africa Project si tratta di un tentativo destinato al fallimento.
ASIA-EUROPA
La Svezia ha messo al bando le tecnologie cinesi per lo sviluppo del 5G.
Fondazione Italia Cina ha celebrato i 50 anni delle relazioni bilaterali. Senza Di Maio, nonostante la sua presenza fosse prevista.
Giappone e Regno Unito hanno raggiunto un accordo commerciale, il primo per Londra dopo la Brexit.
CINA-RUSSIA
Vladimir Putin non ha escluso la possibilità di un'alleanza militare tra Russia e Cina, sottolineando che comunque non è all'ordine del giorno. Mosca, abbandonata da Washington e dall'occidente dopo la guerra di Crimea, si è avvicinata tatticamente a Pechino ma la partnership sino russa non è mai sfociata in una vera e propria alleanza.
Intanto, cinesi e russi si contendono una compagnia australiana.
CINA-SUDAMERICA
Brasile: le pressioni di Pompeo su Bolsonaro sembrano aver funzionato. Il presidente brasiliano si è espresso ancora una volta contro la sperimentazione e l'acquisto, da parte del suo Paese, del vaccino cinese Coronavac. "Il popolo brasiliano non sarà la cavia di nessuno", ha detto Bolsonaro, che starebbe considerando anche il ban a Huawei, dopo aver provato a resistere a lungo ai desiderata di Washington.