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Esteri
Etiopia, bombardata la fabbrica Mesfin Engineering nella regione del Tigray

Lo scorso 30 settembre il Ministero degli Affari Esteri etiopico ha espulso ,definendo ciascuno di loro “persona non grata”, sette rappresentati di altrettante agenzie, sostanzialmente per essersi intromessi nelle vicende interne al Paese. Da rapporti non ufficiali trapela un’insofferenza tra chi lavora per l’UN ad Addis Abeba e chi arriva da fuori, Ginevra oppure New York, diretto a Mekelle senza passare per gli uffici della capitale. Per questi motivi una fonte UN ha espresso, con garanzia di anonimato, dubbi sui numeri della crisi diffusi e riportati dalla stampa internazionale. 

Prendiamo i più significativi. Tutti scrivono, spiega, che l’attuale crisi umanitaria nel Tigray, regione con circa sei milioni di abitanti, riguardi 5 milioni di persone bisognose di aiuto. Tra loro 2 milioni sarebbero sfollati e 400 mila a rischio fame per la carestia incipiente. 

Nessuno intende minimizzare gli effetti devastanti della guerra, solo capire meglio da dove arrivano questi numeri. Li fornisce Health Cluster Coordination, coordinato dall’Oms, (Organizzazione Mondiale sulla Sanità) al cui vertice c’è Tedros Adhanom. A gennaio 2021 il Cluster, insieme a UN OCHA stima, in base a un metodo approvato a livello globale, che il numero di tigrini bisognoso di aiuti sia di circa 2.8 milioni di persone. 

Successivamente però l’equipe di base nel Tigray lo corregge senza spiegarne i motivi e senza mostrare i calcoli, così il numero che viene diffuso sale a 3.8 milioni. Allo stesso modo il numero di sfollati aumenta diventando due milioni. La fonte anonima prosegue spiegando che lo scorso giugno, nel Tigray, è stata condotta una campagna di vaccinazioni contro il colera che, sulla base di questi numeri, prende in considerazione per il vaccino un milione di sfollati interni. In realtà le persone sfollate risulteranno infinitamente meno. 

La stessa fonte rivela che anche il livello di allerta della crisi nel Tigray è strumentalmente elevato a 3, perché arrivassero nella zona maggiori aiuti e personale UN. La teoria è che la crisi del Tigray, coordinata di fatto attraverso l’Oms, veda l’invio a Mekelle di persone che riferiscano direttamente a Tedros Adhanom, un tempo membro del comitato esecutivo del Tplf. 

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