Esteri
Francia, e adesso? Per Macron un rompicapo da Prima repubblica italiana
Barnier sfiduciato, Macron vorrebbe ricreare un nuovo governo prima dell'arrivo in Francia di Trump. "Ma una maggioranza non c'è, e il rischio è di una ulteriore caduta": l'intervista a Matteo Luca Andriola
Francia, e adesso? Per Macron un roompicapo da Prima repubblica italiana
Francia, il governo Barnier è caduto. A tre mesi dal suo insediamento, una mozione di sfiducia depositata dal Nuovo Fronte Popolare, con il sostegno dei lepenisti del Rassemblement National, ha messo il punto ad una delle esperienze di governo più brevi della storia francese.
Ed ora per il presidente Macron non c’è tempo da perdere. I rumors sui media spiegano che uno dei motivi che porterebbero presto ad una nuova nomina nel più breve tempo possibile è anche per non apparire senza un governo davanti a Trump, che sarà a Parigi per la riapertura di Notre-Dame. In un mare di incertezze, l’unica conferma è che il quadro politico francese si trova ora in una situazione alquanto complicata, rischiando di allontanare ulteriormente l’elettorato dalle urne. Ne abbiamo parlato con il giornalista Matteo Luca Andriola, esperto di politiche estere. "Sembra che la Francia ci stia imitando. Ma stanno imitando il lato negativo dell'Italia...". L’intervista.
Andriola, il governo Barnier è stato sfiduciato. Cosa succede ora?
Macron ha più volte detto che intende rifondare un altro governo in breve tempo. Leggevo anche che uno dei motivi era, tra i tanti, quello di non tenere in stallo il Paese in vista della visita all’inaugurazione di Notre Dame da parte del nuovo Presidente americano. Il problema è che ci sono altre cose molto più impellenti per il presidente. C'è una guerra da portare avanti, quindi penso che il terrore di Macron sia appunto quello di non avere al governo una persona favorevole al proseguimento di questa sua politica estera. Per avere diciamo un nuovo premier ci vuole una maggioranza, ma si è dimostrato adesso che la maggioranza non c'è, o se c'è è risicata. Quindi, è facile che il governo cada ulteriormente. Sembra una situazione da Prima Repubblica, quando noi in Italia avevamo i governi che duravano pochi mesi. Ci stanno imitando, ma stanno imitando il lato negativo dell'Italia.
Gli elettori si trovano di fronte ad un rompicapo politico?
Il popolo deve andare ancora a elezioni anticipate? Il problema è che questo acuisce quel distacco e quella sfiducia che porta una parte dei francesi a non recarsi alle urne. La gente aveva dato il suo sostegno principalmente alla Le Pen, al primo turno. Per dei giochi di desistenze aveva prevalso Mélenchon. Quantomeno era corretto che uno dei due, in democrazia, ricevesse l'incarico di governare..Sono giochetti di palazzo fatti semplicemente per avere la governabilità, per avere qualcuno che porti avanti un certo tipo di politiche.
Il 52% dei francesi chiede le dimissioni di Macron. Cosa rischia il presidente Macron?
Ha detto lui stesso che vuole rimanere fino al 2027, è decisione sua. Non stiamo parlando di una figura comparabile a quella di Mattarella, che è espressione del Parlamento, ma dell’espressione diretta degli elettori. Macron è stato quello che ai tempi aveva smontato e svuotato il partito socialista e che poi, nelle ultime elezioni, si è reinventato di ultrasinistra avvicinandosi a Mélenchon. Ha creato un blocco sociale che è equiparabile in Italia al blocco sociale del Partito Democratico e delle liste centriste che nascono come costole di questi partiti. Bisogna vedere se questa parte del Paese avrà voglia di appoggiarlo. Non dimentichiamoci le sparate di qualche mese fa sul potenziale invio di uomini in Ucraina. Fin quando si supporta un conflitto comodamente da casa o semplicemente stanziando parte dei soldi dello Stato in quella direzione è una cosa. Quando cominciano a tornarti a casa i figli uccisi sul campo di battaglia, come dice Gaiani, è un'altra cosa. Fino a qualche anno fa l'asse che reggeva l'Unione europea era Parigi-Bonn. Negli ultimi anni si è poi andato un po’ a sgretolare, forse c'è anche il fatto che i due poli vogliono fare la gara a chi è più potente nello scacchiere europeo.
Quindi il rischio maggiore è quello di una coabitazione?
È quello che ha rischiato pochi mesi fa o che avrebbe rischiato se avesse vinto la Le Pen anche al secondo turno o se avesse avuto l'idea di dare l'incarico a Mélenchon. Non dimentichiamoci una cosa: quando abbiamo visto il programma elettorale del Nuovo Fronte Popolare, c'era una parte sulla politica estera che sembrava allineata al governo, almeno per quanto riguarda la condanna all'invasione della Russia e contemporaneamente l'appoggio agli ucraini. Ma non è detto che l'appoggio all'Ucraina sia un appoggio militare. Ci sono dei Paesi che stanno appoggiando l’Ucraina dal punto di vista umanitario. Inoltre, il Nuovo Fronte Popolare nasce dalla volontà di mettere insieme delle anime che non erano così vicine l'una all'altra. I Verdi e i Socialisti classici non erano proprio affini a Mélenchon. E' stata una coabitazione forzata per non far vincere i lepenisti. I lepenisti stessi, non dico che abbiano simpatia per la Russia, ma quantomeno non hanno una profonda antipatia. Mettere una persona che ha delle idee diverse dalle tue alla guida del governo comporta sicuramente un rischio.
Vede possibile un governo formato da Rassemblement National e Nuovo Fronte Popolare?
La vedo molto dura. In Italia abbiamo avuto l'esperimento del governo Conte 1, che vide la collaborazione di due estremi opposti, e per motivi vari la cosa non è andata a buon fine. Penso che sarebbe molto difficile, ma sotto questo sole nulla può essere scritto in anticipo. Fa comunque comprendere apertamente la crisi grave della democrazia liberale nell'Europa occidentale.