Esteri
Guerra Ucraina? Anche in comunicazione, tra armi cinesi e laboratori biologici
La battaglia si combatte non solo sul campo ma anche nelle conferenze stampa e sui social network. Lo scoop del Financial Times cerca di stanare Pechino
Guerra Ucraina, la teoria del complotto sui laboratori biologici americani
Storia che ha conquistato subito la sponda di Pechino, che ha colto la palla al balzo anche per riprendere le teorie del complotto sul ruolo dei militari americani nel portare il coronavirus in Cina all'inizio della pandemia, nate in risposta al "Chinese virus" di Donald Trump. La descrizione della vicenda data dai media di stato cinesi è in linea con la teoria russa.
Washington ha respinto l'accusa come "ridicola", suggerendo che la Russia potrebbe gettare le basi per usare un'arma chimica o biologica. "La Cina ha preso atto con preoccupazione delle informazioni rilasciate dalla Russia", ha aggiunto Pechino, per il quale "le preoccupazioni sollevate dovrebbero essere affrontate adeguatamente". La Cina esorta le parti interessate a "fornire un chiarimento completo e ad accettare una verifica multilaterale", ha affermato.
Non solo: China Global TV Network, una televisione controllata dallo stato cinese con quasi 118 milioni di seguaci su Facebook e 2,4 milioni su Instagram, ha messo almeno 21 pubblicità su Facebook questo mese, la maggior parte con notizie sulla guerra o briefing dei media da parte di funzionari cinesi. Gli annunci dell'emittente statale cinese mirano agli utenti globali con punti di conversazione pro-russi sull'invasione della Russia in Ucraina. Diversi degli annunci sono rivolti agli utenti di Hong Kong, Azerbaigian, Kazakistan, Uzbekistan, Turkmenistan e Tagikistan.
Guerra Ucraina, la sfida della comunicazione tra Kiev e Mosca
Intanto, la sfida è durissima anche nella comunicazione tra Kiev e Mosca, con le cifre che si rincorrono sul numero dei morti da una parte e dall'altra. Putin ha addirittura deciso che la guerra non si può chiamare "guerra" ma "operazione militare speciale", con punizioni fino a 30 anni di carcere per chi non si attiene. Dall'altra parte si esagerano probabilmente i numeri dei soldati o mezzi russi caduti vittime della difesa ucraina.
Ma le fake news e le teorie del complotto conquistano anche pubblico internazionale. In tanti, per esempio, anche in Italia non si fidano che la verità sia quella raccontata dai media. Persino in merito alle bombe sull'ospedale a Mariupol. Tra gli scettici Gabriele Lorenzoni, intervistato dal Corriere della Sera. "Noi dovremmo abituarci a sentire anche la versione degli altri, i russi. In Italia, la narrazione è a senso unico. Da una parte i buoni, dall’altra i cattivi" dice Lorenzoni. "Ma è possibile che voi giornalisti abbocchiate a tutto? Come per la storia dell’ospedale di Mariupol. Mentre voi vi indignavate, raccontando che fosse pieno di donne incinte e neonati, io mi sono andato a vedere i comunicati dei russi. E sa cosa dicevano? Che l’ospedale era stato evacuato e che, quando è stato bombardato, al suo interno c’erano solo militari". Il giornalista del Corriere a Lorenzone se lui crede alla versione russa: "Scusi: ma perché dovrei credere alla versione ucraina, e non a quella russa?". Fabrizio Roncone gli chiede conto delle immagini e delle foto: "Ah, le foto: non è curioso che sul posto siano subito giunti dei fotografi? Infatti poi la foto di quella blogger e modella incinta ha fatto il giro del mondo...".
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