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Esteri
Israele, governo: ammucchiata all'italiana, Bennett premier, Netanyahu a casa

Bennett, Lapid e Abbas hanno firmato l'accordo nella notte al Kfar Hamaccabiah Hotel di Ramat Gan, all'ultimo momento a disposizione per creare il 'governo del cambiamento' che scalzerà Benjamin Netanyahu, alle 23:35 (la scadenza era alle 14). E' la prima volta per lo Stato ebraico che un leader di un partito arabo-israeliano sottoscrive un'intesa con il capo di una formazione nazionalista ebraica.

"Mi impegno con lei, signor Presidente, (assicurando) che questo governo lavorerà per servire tutti i cittadini di Israele, compresi quelli che non ne fanno parte, rispetterà coloro che si oppongono e farà tutto ciò che è in suo potere per unire tutte le parti della società israeliana società", ha assicurato Lapid al presidente Reuven Rivlin, presentando l'accordo raggiunto con l'eterogena coalizione. 

Israele, la destra di Netanyahu attacca Yamina e New Hope: "Vergogna"

"La sinistra festeggia, ma questo è un giorno triste per Israele", ha twittato Miki Zohar, deputato del Likud e stretto alleato del premier Netanyahu. "Bennett, (il leader di New Hope, Gideon) Sa'ar e (il numero 2 di Yamina, Ayelet) Shaked dovrebbero vergognarsi".

Anche il capo del sionismo religioso Bezalel Smotrich, che in passato è stato stretto alleato di Bennett, ha accusato il leader Yamina di aver pianificato fin dall'inizio l'alleanza con Lapid per cacciare Netanyahu: “Questo è ciò per cui ci siamo lasciati, quello su cui ha mentito consapevolmente durante l'intera campagna elettorale".

Israele, la coalizione vuole un nuovo speaker per blindare la Knesset

In Israele, gli otto partiti della nascente nuova coalizione del cambiamento hanno presentato una mozione con 61 firme per chiedere formalmente un voto che elegga il nuovo presidente della Knesset. Il timore infatti è che quello attuale, Yariv Levin, deputato del Likud, voglia far slittare il voto sul nuovo governo nella speranza che la pressione sui parlamentari di Yamina faccia collassare la coalizione appena formata: per vedere la luce, l'esecutivo anti-Netanyahu ha bisogno di ogni singolo voto, 61 parlamentari sui 120 della Knesset, ma tra le file del partito nazionalista di Naftali Bennett c'è chi potrebbe sfilarsi, è il caso di Amichai Chikli e Nir Orbach. La petizione indica Mickey Levy di Yesh Atid, un ex capo della polizia di Gerusalemme, come l'uomo scelto dalla nuova coalizione come prossimo speaker.

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