Esteri
Libia, Onu: rispettate il cessate il fuoco. Conte: soldati solo con sicurezza
Mosca, Haftar non ha firmato la tregua
Libia, Onu invita le parti a rispettare il cessate il fuoco - La missione Onu in Libia (Unsmil) ha esortato oggi "le parti a continuare a rispettare" la tregua in vigore da domenica scorsa, e a "offrire agli sforzi diplomatici in corso un'opportunità per arrivare a una cessazione più definitiva delle ostilità e di riprendere il processo politico". E' quanto si legge sull'account Twitter di Unsmil dopo che il generale Khalifa Haftar si è rifiutato di firmare l'accordo di tregua negoziato da Russia e Turchia, lasciando Mosca dove ieri l'intesa è stata sottoscritta dal governo di accordo nazionale di Tripoli. Haftar ha lanciato lo scorso aprile un'offensiva militare per prendere il controllo della capitale libica. "Per il bene della popolazione civile di Tripoli, delle centinaia di migliaia di sfollati e dei 116.000 bambini che non possono andare a scuola, Unsmil invita le parti a continuare a rispettare l'annunciato cessate il fuoco e a offrire agli sforzi diplomatici in corso un'opportunità per arrivare a una cessazione più definitiva delle ostilità e riprendere il processo politico", si legge sull'account.
LIBIA: CONTE, 'NON MANDEREMO UN SOLDATO SE NON IN CONDIZIONI DI SICUREZZA' - "Non manderemo uno solo dei nostri ragazzi se non in condizioni di sicurezza e in un contesto politico molto chiaro". Lo ha detto il premier Giuseppe Conte a margine del lungo incontro al Cairo con il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi. Su un eventuale impegno dell'Italia in operazioni di peace monitoring, "non escludiamo affatto questa disponibilità - ribadisce Conte - ne parleremo a Berlino. Se riusciremo a dare un indirizzo politico a questa crisi libica sicuramente l'Italia è disponibile a farlo ma dobbiamo creare tutte le premesse anche di sicurezza. Io ho la responsabilità, come primo responsabile di governo, insieme al Parlamento" di garantire la sicurezza delle forze italiane.
Libia: Conte, cessino le armi e parli la diplomazia - In Libia devono cessare le armi e deve parlare la diplomazia. Lo ha detto oggi al Cairo il primo ministro dell'Italia, Giuseppe Conte, parlando con la stampa a margine di un incontro con il presidente dell'Egitto, Abdel Fatah Al Sisi. "L'importante e' che in Libia ci sia un cessate il fuoco sostanziale", ha detto Conte, a prescindere dalla decisione del generale Khalifa Haftar di non firmare a Mosca l'accordo sulla tregua con i rappresentanti del Governo di accordo nazionale (Gna). "L'Italia da sempre sul dossier libico sta lavorando perche' a parlare sia la diplomazia e tacciano le armi. Condividiamo questa impostazione con tutti i nostri interlocutori: oggi l'ho condivisa anche con il presidente Al Sisi", ha detto il premier italiano. "Anche l'Egitto, ovviamente, ha il massimo interesse perche' si trovi una soluzione pacifica. Questo e' il momento di lavorare concretamente a un percorso politico", ha rimarcato il presidente del Consiglio.
Libia, Conte: Haftar? Importante ci sia cessate fuoco sostanziale - "Il fatto che non si sia sottoscritto un accordo per il cessate il fuoco non deve distrarci, l'importante è che ci sia un cessate il fuoco sostanziale e si possa indirizzare tutto questo processo verso la soluzione politica". Lo ha detto il premier Giuseppe Conte, al Cairo, dopo l'incontro con il presidente egiziano, Abd al Fattah al Sisi, parlando della decisione di Haftar di non firmare l'accordo a Mosca per il cessate il fuoco in Libia. "Gli egiziani - ha aggiunto - sono pienamente coinvolti e aggiornati, come lo siamo stati noi, sull'andamento degli incontri a Mosca: a un certo punto quando si vuole un cessate il fuoco con alcune condizioni ciascuna parte le detta e si va in stallo. Ma in queste condizioni, a questo stadio, meglio anche un cessate il fuoco sostanziale piuttosto che fermarsi intorno a un tavolo e in questo momento ritardare la conferenza di Berlino".
Libia: Di Maio, annuncio data Conferenza Berlino e' un passo in avanti - L'annuncio della data della conferenza di Berlino, il 19 gennaio, che riunira' al tavolo i principali attori coinvolti nella crisi libica, e' una buona notizia e rappresenta un importante passo avanti nella direzione auspicata dall'Italia. Lo ha scritto su Facebook il ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Luigi Di Maio. "In questi giorni avevamo chiesto con insistenza, e ad ogni tavolo, che la data arrivasse il piu' presto possibile, prima che la situazione sul terreno diventasse irrecuperabile", ha aggiunto il titolare della Farnesina. Di Maio ha proseguito: "Quella data oggi e' arrivata e con grande soddisfazione ringraziamo la Germania, tutti i partner Ue e anche gli altri paesi che hanno facilitato il processo, con i quali l'Italia si e' tenuta costantemente in contatto e che hanno a cuore il destino del Mediterraneo". Infine, il ministro degli Affari esteri ha detto che "bisogna lavorare per garantire un cessate il fuoco duraturo. Mettere in sicurezza la Libia significa mettere in sicurezza l'Italia e tutta l'Europa".
Haftar non ha firmato la tregua - Il generale Khalifa Haftar ha lasciato Mosca senza firmare l'accordo di cessate il fuoco già sottoscritto ieri dal premier del governo di accordo nazionale, Fayez al Sarraj. Lo riporta l'agenzia di stampa russa Ria Novosti, citando una fonte libica. "Haftar ha lasciato Mosca. Non ha firmato l'accordo", ha detto la fonte.
Secondo quanto riportato da Al Arabiya, Haftar ha denunciato l'assenza di alcune sue richieste nel documento di cessate il fuoco, in particolare il ritiro delle forze turche dalla Libia. Inoltre, secondo le fonti sentite dall'emittente araba, il generale libico avrebbe chiesto la revoca dell'accordo tra la Turchia e il governo di accordo nazionale.
LIBIA: HAFTAR NON FIRMA CESSATE IL FUOCO, VERSO RINVIO CONFERENZA BERLINO
Si va verso un rinvio della conferenza di Berlino, che, seppure non annunciata ufficialmente, avrebbe potuto tenersi domenica prossima, 19 gennaio. E' quanto apprende l'Adnkronos da fonti qualificate, dopo che il generale Khalifa HAFTAR - che aveva chiesto fino a questa mattina per valutare il documento sul cessate il fuoco - ha lasciato Mosca senza firmare l'accordo, sottoscritto invece dal capo del governo di Tripoli, Fayez Serraj.
LIBIA: TV, RIPRESI SCONTRI A SUD DI TRIPOLI
Ripresi questa mattina gli scontri a sud di Tripoli, dopo il fallimento dei colloqui di Mosca sull'accordo per il cessate il fuoco, che il generale Khalifa Haftar non ha voluto firmare. Lo ha riferito la tv al Arabiya, mentre il sito di al Wasat, citando testimoni, riferisce di colpi d'artiglieria sparati nei sobborghi di Salah Al-Deen e Ain Zara, nella capitale libica.
Libia, Lavrov: le parti tornino al negoziato, non usino la forza
All'indomani del rifiuto del generale Khalifa Haftar di firmare l'accordo di cessare il fuoco negoziato dalla Russia con la Turchia, il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ha invitato le parti in conflitto in Libia "a negoziare e a non usare la forza". Haftar ha lasciato Mosca senza aver sottoscritto l'intesa, firmata ieri dal premier del governo di accordo nazionale Fayez al Sarraj. Nella conferenza stampa tenuta dopo l'incontro con l'omologo dello Sri Lanka, riportata dalla Ria Novosti, Lavrov ha sottolineato che Mosca continuerà ad adoperarsi per favorire la stabilizzazione della Libia.