Esteri
Massolo ad Affari: "Rischio che Putin allarghi la guerra ad altre zone calde"
Il presidente dell'Istituto per gli Studi di Politica Internazionale e di Atlantia "fa le carte" alla guerra tra Russia e Ucraina
Recentemente è stato in missione negli Stati Uniti: che cosa ci può raccontare?
Ero a Washington in quanto membro dell’Atlantic Council che ha premiato Draghi. Da lì mi sono spostato a New York, perché faccio parte del comitato promotore della candidatura di Roma per l’Expo 2030.
Cambiando radicalmente discorso, come procede l’opa di Atlantia?
Si tratta di uno strumento difensivo, totalitario, che mira a delistare la società e a metterla in sicurezza. È un’operazione condotta da Edizione e da Blackstone, cui si sono aggiunti altri soci. L’idea è quella di fare di Atlantia una grande piattaforma globale d’investimenti nel settore della mobilità integrata e sostenibile, con l’impiego delle nuove tecnologie per migliorare il rapporto con gli utenti. Per fare questo è necessaria una continuità di gestione e una sicurezza d’investimento.
Prevede che qualcun altro venga coinvolto?
Allo stato attuale direi di no, l’operazione è riservata ai soggetti che le dicevo prima. Poi certo, vedremo che cosa succederà quando materialmente avverrà l’opa.
Parliamo di business: il mondo del trasporto aereo come sta?
C’è un incoraggiante ritorno dei passeggeri, i volumi stimati sono dell’85% rispetto al pre-Covid.
Pensate di fare nuove operazioni?
Al momento abbiamo Aeroporti di Roma, quello di Nizza e uno stake in quello di Bologna. Ma guardiamo a eventuali possibilità ulteriori, anche perché i prezzi sono ancora bassi dopo due anni di pandemia.
Lei è stato presidente di Fincantieri: l’ha stupito vedere che Giuseppe Bono non è stato confermato nell’organigramma societario, magari prendendo il suo posto e lasciando le deleghe più operative?
Bono dice che i cicli iniziano e finiscono. Lui ne ha avuto uno molto importante e può ancora significare tanto per la politica industriale. Spero che la sua esperienza non vada perduta.
Si è malignato molto che non ci sia stato un passaggio di consegne tra Bono e il nuovo ceo Pierroberto Folgiero…
Posso smentire perché ero presente: c’è stato eccome un passaggio di consegne, solo che non è avvenuto quando tutti se lo aspettavano. E per questo qualche suo collega ha pensato che ci fossero dei problemi…