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Pakistan, annullata la condanna a morte per omicidio reporter Daniel Pearl

Pakistan, un tribunale ha annullato la sentenza capitale comminata all'estremista islamico di origine britannica, Ahmed Omar Saeed Sheikh

Il Pakistan ha annullato la pena morte per l'uomo accusato dell'omicidio del reporter Daniel Pearl

Un tribunale pakistano ha annullato la sentenza capitale comminata all'estremista islamico di origine britannica, Ahmed Omar Saeed Sheikh, condannato per l'uccisione, avvenuta nel 2002, del giornalista americano Daniel Pearl.

L'avvocato di Sheikh, Khawja Naveed, ha riferito che la pena è stata commutata in sette anni di detenzione, di fatto già scontati, per questo si attende la scarcerazione del suo assistito anche se ancora non è stato emesso un ordine in questo senso. 

Pearl, capo dell'ufficio di corrispondenza del Wall Street Journal per l'Asia del Sud, è stato rapito e decapitato a Karachi nel 2002, mentre si occupava di una storia su militanti islamici. Sheikh è stato arrestato lo stesso anno e condannato a morte da un tribunale per l'anti-terrorismo, mentre per altri tre co-imputati è stato stabilito l'ergastolo. 

Nel gennaio 2011, una rapporto pubblicato dal Pearl Project presso la Georgetown University​, seguito alle indagini sulla morte del giornalista condotte da amici e colleghi del Wsj, ha rivelato che il Pakistan ha condannato l'uomo sbagliato.

Secondo l'inchiesta, a uccidere Pearl è stato Khalid Sheikh Mohammad, la presunta mente degli attacchi dell'11 settembre e non Sheikh. Mohammed, meglio conosciuto con l'acronimo Ksm, è stato arrestato in Pakistan nel 2003 e detenuto a Guantanamo Bay. In carcere, ha riferito uno psicologo che lo ha intervistato, Ksm ha raccontato di essere stato lui a decapitare Pearl.