Esteri

Prigozhin sfida Mosca e poi fa retromarcia, siamo al 25 luglio di Putin?

Di Paolo Diodati

La svolta del Capo della Wagner è una reale sfida a Putin o una clamorosa messinscena per far scatenare l'attacco al traballente "regime" di Zelensky?

Inoltre, con grande piacere, abbiamo scoperto che il Prof, Stefano Zamagni, ordinario di Economia Politica, all'Università di Bologna, nel settembre scorso, propose Sanmarino come luogo per far incontrare russi e ucraini (americani) per discutere di pace. Uniremo le nostre forze alla sue. Abbiamo però riletto attentamente le 10 condizioni poste da Zelensky, per poter parlare di pace. Non si scappa: solo quando i russi abbandoneranno, sconfitti e umiliati fino all'ultimo metro occupato.

Una minima dimostrazione di ragionevolezza, baby Zel l'avrebbe mostrata inserendo, almeno ora, la promessa del riconoscimento nella Costituzione ucraina, della minoranza russa e della sua lingua. Il lato scandaloso è che nessuno abbia mai avuto il coraggio di chiedergli una cosa simile. Lo sbruffone di Kiev, viziato da papi Biden, è stato messo a nudo, per la prima volta, in un articolo sul Corriere che ha sempre parlato di omino. La stampa ha parlato di "schiaffone all'omino del Corsera" nell'articolo dal titolo: "Il fattore Zeta in Ucraina: l'omino in maglione militare". 

Lo scoppiettante (ma a volte silenzioso) generatore delle prime autentiche scie chimiche scoperte "a naso" dall'uomo, autore quasi quotidiano di incredibili comportamenti o gaffe, ha viziato così tanto il suo figlioccio Zel, perennemente in maglione grigio, che adesso gli è difficile farlo diventare ragionevole. E quindi ha permesso un primo articolo veritiero sull'omino, su un giornale "americano" che fa opinione.