Esteri
Turchia nei Brics: Erdogan volta le spalle all'Europa (e alla sua ottusità)
L'ambasciatore Carnelos ad Affari: "Turchia primo Paese Nato nei Brics. L'Europa regala alla Cina, dopo la Russia, anche Ankara". L'intervista
Turchia nei Brics: Erdogan volta le spalle all'Europa (e alla sua ottusità)
La richiesta è stata accolta. La Turchia è stata invitata a far parte al raggruppamento dei Brics, il gruppo delle economie emergenti di cui fanno parte i Paesi fondatori Brasile, Russia, India e Cina, cui nel tempo si sono aggiunti Sudafrica, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Etiopia ed Iran. Era stato il presidente turco Erdogan a manifestare l'intenzione di “migliorare il dialogo” proprio con i Paesi Brics. Di fatto auto-invitandosi. Ora che il suo auspicio è stato accolto che cosa succederà?
Come cambieranno gli equilibri internazionali? Affaritaliani.it ne ha parlato con Marco Carnelos, consulente geopolitico con 25 anni di carriera diplomatica tra Somalia, Nazioni Unite ed Iraq. Per l'ambasciatore "sicuramente si apre uno scenario inedito, essendo la Turchia il primo Paese Nato a far parte di questo raggruppamento". Per quanto riguarda invece i rapporti con l’Ue, la situazione è complessa. “Non c’è proprio nulla da cambiare nei rapporti tra Ue e Turchia. Quest’ultima ha capito da anni ormai che la sua aspirazione ad aderire all’Ue non ha alcun futuro, respinta dall’ottusità europea”. L’intervista.
È ufficiale la notizia dell’invito alla Turchia a divenire partner dei Brics. Cosa succederà ora?
È decisamente presto stabilire se gli equilibri mondiali verranno influenzati dall’ingresso della Turchia nei Brics. Ma si può già dire che questa mossa potrebbe creare forti tensioni all’interno della Nato essendo la Turchia è il più importante attore nel fianco sud dell’Alleanza.
Il ministro turco del commercio, Omer Bolat, ha dichiarato che l'adesione ai Brics porterà vantaggi significativi alla Turchia. Quali saranno secondo lei questi vantaggi?
La Turchia con l’ingresso nei Brics si appresta ad aderire ad uno spazio politico e soprattutto geoeconomico ancorato al grande progetto infrastrutturale e commerciale cinese della Belt and Road Initiative. Ovvero un grande spazio economico eurasiatico che ambisce a crearsi un proprio ordine economico e finanziario autonomo dall’Occidente e che a medio lungo termine avrà un proprio circuito finanziario alternativo allo Swift e che dovrebbe ridurre la propria dipendenza dal dollaro come valuta di riserva per gli scambi. Dopo l’ingresso dell’Iran e dell’Egitto nei Brics, l’adesione della Turchia da un mero punto di vista geografico era il tassello che mancava al puzzle. L’economia turca dovrebbe beneficiarne in modo massiccio.
Già dal momento in cui era uscita la notizia di questa possibilità qualche mese fa, l’Ue si era mostrata preoccupata di questo ingresso. Questa ufficialità cosa cambierà nei rapporti tra Turchia e Ue?
Non c’è proprio nulla da cambiare nei rapporti tra Ue e Turchia. Quest’ultima ha capito da anni ormai che la sua aspirazione ad aderire all’Ue non ha alcun futuro, respinta dall’ottusità europea, che dopo aver “regalato” la Russia alla Cina ora gli regala anche la Turchia. Ma la vera tensione come ho già detto si registrerà all’interno della Nato.
Lei quale pensa sia il vero e proprio obiettivo di Erdogan con questa storica decisione di ingresso nei Brics? Questo “miglioramento del dialogo” proposto dal presidente turco è effettivamente un affronto al predominio mondiale dell’Occidente?
Erdogan è uno straordinario animale politico che si lascia sempre aperte tutte le opzioni, ma in questo momento potrebbe aver capito che sicuramente l’Europa, e più in generale forse anche l’Occidente, sono ad un momento terminale di un’esperienza politico/economico/istituzionale che si sta concludendo con un probabile disastro geopolitico e si affretta a saltare su quello che potrebbe essere il carro del vincitore. Da europeo e da europeista sempre meno convinto, per non dire sconcertato, mi auguro che il leader turco si sbagli.
Questo spirito antioccidentalista dei Brics e questo storico invito del primo membro Nato in questo gruppo, cosa potrebbe portare? Ci potrebbero essere degli sviluppi significativi già dai prossimi mesi?
Più che un invito dei Brics credo si sia trattato di una richiesta della Turchia, che sembrerebbe essere stata accolta. Ora resta da vedere la reazione di Usa e Ue. Sospetto che Ankara verrà sottoposta a forti pressioni per rinunciare, come è il caso dell’Arabia Saudita che al momento ha sostanzialmente sospeso la sua adesione ai Brics. Dovremo attendere gli sviluppi, può darsi che Erdogan abbia machiavellicamente concepito tutto questo per estorcere grosse concessioni a Usa e Ue in cambio di una rinuncia, ma al momento non sarei in grado di indicare quali possano essere queste concessioni.
Molti considerano l’ingresso della Turchia al gruppo dei Brics come un momento spartiacque nella geopolitica. Lei è d’accordo? Sarà effettivamente una scelta epocale?
Potrebbe esserlo se le tensioni che potrebbero essere originate da questa scelta finiranno con l’indurre la Turchia ad uscire dalla Nato. Quello sarebbe un vero spartiacque soprattutto per gli equilibri nei Balcani, nel Mediterraneo orientale, nel Medio Oriente e nel Caucaso.