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Ue, Draghi: report rimandato a settembre. Doveva uscire a giugno: il giallo

di Redazione Esteri

Per l'ex Bce servono 500 mld per salvare l'Europa e questo dossier forse fa paura, in vista delle imminenti decisioni sui commissari Ue

Ue, il report "fantasma" di Draghi. Doveva essere pronto per giugno ma ora si parla di settembre-ottobre

Il tanto atteso report di Mario Draghi sul futuro che attende l'Unione europea è diventato un fantasma. Il dossier doveva essere pronto per giugno, poi la pubblicazione è stata rimandata a luglio e adesso von der Leyen ha annunciato un ulteriore slittamento, si parla di settembre. Ma c'è un problema, il mandato dell'ex presidente della Bce scade a fine luglio. La soluzione del rinvio, anche lo stesso Draghi, l'avrebbe ritenuta "ragionevole", proprio per trasformare il suo lavoro in un input per il prossimo collegio dei commissari. Ma in questa fase - in base a quanto risulta a La Stampa - nessuno è in grado di escludere un ulteriore rinvio a ottobre, poche settimane prima del vertice informale che si terrà a Budapest l’8 novembre. il summit infatti sarà dedicato proprio al tema della competitività ed è probabile che Draghi venga invitato in quella sede a parlare del suo lavoro al tavolo dei leader dell’Unione europea.

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Ma Draghi dovrà anche indicare la strada per reperire i 500 miliardi per gli investimenti annui che, secondo le sue anticipazioni, saranno necessari per salvare l'Europa. Proprio il tema di questi miliardi da trovare potrebbe essere dietro ai continui rinvii di un dossier che era tanto atteso. La scorsa settimana, fonti del governo ungherese - prosegue La Stampa - hanno spiegato che la presidenza di turno aveva invitato Mario Draghi a presentare il suo rapporto alla riunione informale del Consiglio Competitività che si è tenuta tra lunedì e ieri a Budapest, ma l’ex premier ha declinato l’invito perché "non è ancora pronto a riferire". In realtà, anche se ci sono stati dei contatti, un invito vero e proprio da parte della presidenza ungherese non sarebbe mai arrivato. Questi continui rinvii rendono la questione un vero e proprio giallo.