Esteri
Ungheria, Serbia e...Francia? La guerra in Ucraina premia filorussi-sovranisti
Altro che Europa unita anti Mosca: le urne premiano due leader vicini a Putin. E Marine Le Pen sogna la rimonta ai danni di Macron
Elezioni Serbia, così ha vinto il filorusso Vucic
Lo stesso modello è risultato vincente anche in Serbia, dove il presidente della Repubblica, Aleksandar Vucic, ha ottenuto nelle elezioni presidenziali il 58,8 per cento dei voti. Una vittoria a dir poco schiacciante. Basti pensare che il secondo classificato, il generale in pensione Zdravko Ponos candidato col centrosinistra, ha ottenuto il 18,1 per cento dei voti. Oltre il 40 per cento in meno di Vucic. Un abisso. Anche alle elezioni parlamentari è stato un trionfo per Vucic, con il suo partito del progresso serbo che ha totalizzato il 43,45% dei voti e 122 seggi in parlamento sul totale di 250. Al secondo posto ma lontanissimo il cartello di opposizione Uniti per la vittoria della Serbia con il 13,07% e 36 seggi, seguito dal Partito socialista serbo (Sps) del capo del parlamento ed ex ministro degli esteri Ivica Dacic che ottiene l'11,68% e 32 seggi.
Anche qui l'opposizione riteneva di poter insidiare Vucic, viste le proteste di massa che avevano caratterizzato gli scorsi mesi. Proteste anti Vucic che evidentemente non si sono incanalate nella preferenza per una forza politica precisa e che soprattutto non hanno intaccato i favori di cui il presidente e il suo partito godono. Anche Vucic è una figura considerata vicina alla Russia e alla Cina, ma anche qui la sua vicinanza al Cremlino non lo ha danneggiato.
Anche l'alta affluenza, molto più alta rispetto alla scorsa tornata, faceva immaginare una contesa più equilibrata. Così non è stato. Come accaduto in Ungheria, Vucic ha fatto valere la sua "neutralità", dietro la quale si nasconde un sostegno sostanziale alla Russia.
Elezioni Francia, Marine Le Pen in rimonta su Macron
Attenzione anche a quanto accade in Francia. La sovranista Marine Le Pen è in forte rimonta. Tutti la davano già per spacciata, anche per il suo rapporto privilegiato con Putin e Russia Unita. E invece ora si ritrova molto vicina a Emmanuel Macron. Secondo l'ultima rilevazione di BVA per Orange e RTL il capo dello Stato raccoglie il 27% delle intenzioni di voto (-1 punto in una settimana), mentre la candidata di Rn (Rassemblement National) il 21% (+2 punti), ancora avanti rispetto a Jean-Luc Melenchon (15,5%, +1 punto).
Al secondo turno Emmanuel Macron vincerebbe con il 54,5% delle intenzioni di voto (45,5% per Le Pen), in calo di 1,5 punti in una settimana. Cifre che iniziano a preoccupare l'entourage del presidente. Le Pen continua intanto a giocarsi una terza via sulla guerra. Da una parte parla di "crimini di guerra" su Bucha, dall'altra sostiene che si debba evitare a ogni costo lo stop dell'approvvigionamento di gas russo.
Macron resta favorito, ma come spesso accade le urne raccontano una storia diversa da quella di cui ci si autovconvince.
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