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Clima e personale si bevono il prosecco: crisi nera per la vendemmia '23. Dati

di Redazione Food

Il clima imprevedibile e la mancanza di personale - 3-4 mila braccianti in meno per la vendemmia in Italia - impatta sul vino italiano più noto al mondo

Nonostante le grossa difficoltà però non è una disfatta completa, nell'ottica della produzione di Prosecco. "Le uve precoci come Pinot Nero e Chardonnay – spiega Bottega - saranno probabilmente quelle che permetteranno i risultati migliori e di questo beneficerà il Prosecco Rosé, per esempio. Per quanto riguarda il Glera i test saranno sulla longevità dei vini che intendiamo dare grazie a produzioni ridotte che permetteranno della poca produzione almeno di elevarne la qualità".

Insomma, come riteneva Hemingway: “Less is more”, ancor più se rallentare consente di innalzare il livello del prodotto. Sull’impatto che questa nuova direzione avrà sul mercato, Bottega è fiducioso: "Il mercato guarda all'Italia come l'esempio da seguire e noi dovremo essere all'altezza anche dal punto di vista dell'adeguamento della proposta che per permetterci di sopravvivere dovrà elevare l'immagine di un prodotto che ha subito forti aumenti di costo e che dovrà essere in grado di ribaltare (almeno in parte) il mercato".

Sposa lo stesso principio ispiratore anche l’azienda Bisol 1542, entrata da pochi anni nel portafoglio dei Lunelli, del Trento doc Ferrari. In proposito, Winenews riferisce che anche la storica azienda del territorio del Valdobbiadene docg intende ricorrere alla "vendemmia originaria”, secondo cui: "Non si cercherà un grado di maturazione delle uve che punti all'acidità ma si raccoglierà uva selezionata e matura dal punto di vista del gusto, per esprimere al meglio il corredo aromatico, territoriale e varietale della Glera, come si fa nei vini bianchi" spiegano dall’azienda.