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Produttori di vino spacciatori di morte? La provocazione di Cinelli Colombini
Il titolare de "La Fattoria dei Barvi", azienda produttrice del Brunello di Montalcino, dice la sua sulla tesi dell'Oms secondo cui l'alcol nuoce alla salute
Produttori di vino spacciatori di morte? La provocazione di Stefano Cinelli Colombini
“Io che produco vino sono uno spacciatore di morte, come uno che vende ecstasy?”: è quanto si chiede produttore Stefano Cinelli Colombini, proprietario della storica azienda vitivinicola senese "La Fattoria dei Barbi", nel corso di un intervento sul wineblog Intravino, portando alle estreme conseguenze la tanto chiacchierata tesi dell’Organizzazione Mondiale della Sanità secondo cui l’alcol nuoce alla salute, al di là delle quantità e delle modalità di assunzione.
Secondo quanto riporta il Gambero Rosso, quello di Cinelli Colombini è un ragionamento che si basa sulla cosiddetta logica giuridica. “Se vendo come prodotto alimentare una sostanza che è gravemente nociva per la salute in qualsiasi dose, commetto una sfilza di reati”, dichiara il produttore. “Portando tutto all’estremo, è da vedere se si tratta di omicidio o di procurato danno alla salute, ma per la immissione al consumo di elevate quantità forse si potrebbe configurare anche la strage. Vi ricordo che in Italia l’azione penale è obbligatoria”.