Food
Salario minimo, Fipe: "Chi non può pagare chef e camerieri può chiudere"
"Un imprenditore nel mondo della ristorazione deve comprendere che il personale è fondamentale per il successo della propria attività"
Il commento di Fibe sul salario minimo: "Il nostro contratto garantisce cifre superiori. Chef e sala sono la chiave per il successo di un ristorante"
Il salario minimo è un tema scottante soprattutto nel mondo della ristorazione. La recente approvazione della Camera della proposta di legge rivista dalla maggioranza di Governo, senza la soglia minima di 9 euro chiesta dalle opposizioni, non però piaciuta al Fipe, il "sindacato" degli impreditori dei pubblici esercizi.
Leggi anche: Salario minimo, bagarre in Aula. C'è il via libera alla delega al governo
"Il nostro contratto - afferma il presidente Roberto Calugi, in una intervista a Gamberosso.it - garantisce un salario superiore al minimo, ed è in assoluto il più rappresentativo. E posso dire che è applicato direi da tutti nostri iscritti. Sicuramente da tutte le grandi aziende. Ma se anche qualcuno volesse aggirarlo, dico anche che se c’è qualcuno che vuole fare sailing sul personale, vuol dire che si è perso qualche cosa".
"Un imprenditore nel mondo della ristorazione - spiega Calugi - deve comprendere che il personale è fondamentale per il successo della propria attività: sono le persone il nostro vero patrimonio, la chiave per il successo. Il personale di una attività è la chiave perché funzioni: e non parlo di chef, anzi ho in mente più la sala!".
Leggi anche: Aperti 2.500 nuovi ristoranti nel 2023: ecco il prezzo medio
Il salario minimo può rappresentare comunque una forma di tutela per il lavoratori? "In parte sì, lo sarebbe. Ma avrebbero controindicazioni che riteniamo molto gravi: non si può ridurre tutto il tema contrattazione al salario minimo. Noi riteniamo che formazione e riposo, per esempio, siano voci fondamentali, centrali del nostro lavoro e che non possono essere messe a rischio".