Food

Stelle Michelin e materie prime di alta qualità per celebrare BaccalàRe

Eduardo Cagnazzi

Varriale: "Portare l'alta ristorazione a Napoli e valorizzare un alimento di adozione della Campania". Come riconoscere il Gadus autentico da quello truccato

Eleganza, charme e chef stellati sul Lungomare di Napoli per omaggiare il merluzzo Gadus, ovvero il Baccalà, entrato a pieno titolo nelle tavole degli italiani. Tanto che la Confraternita dei  Venerabili lo ha elevato all’eccellenza della buona cucina. Alimento ricco di proteine ad elevato valore nutrizionale, con pochissime calorie, e per questo inserito a pieno titolo nella dieta mediterranea, torna di nuovo ad essere protagonista lasciandosi riscoprire da chi ne aveva dimenticato il particolare sapore e conquistando sempre di più la foltissima schiera di estimatori che del merluzzo conservato sotto sale e poi essiccato proprio non sanno farne a meno. Quattro giorni, BaccalàRe dal 3 al 6 ottobre, per un evento diverso dagli altri: diverso nei contenuti, ricco di incontri b2b per riconoscere il prodotto autentico, quello che mangiavano i Vichinghi che furono i migliori testimonial, e distinguerlo da quello truccato. E poi, come undici chef stellati Michelin lo trasformano in cucina. Sul Lungomare Caracciolo anche uno skrei bar (l’antico nome del merluzzo norvegese, selvaggio e magro) che non avrà nulla da invidiare agli oyster bar europei frequentati da imprenditori e diplomatici. “E’ proprio per tutelare i consumatori e per evitare che inciampino in trappole commerciali che abbiamo pensato questo evento”, afferma Vincenzo Varriale, organizzatore di BaccalàRe (nella foto a sinistra con il vice sindaco di Napoli Enrico Panini). “Considerando negli anni che Napoli e la Campania rappresentano un importante mercato di sbocco per il baccalà, è accaduto che alcune aziende esportatrici abbiano pensato di abbreviare il processo di lavorazione iniettando soluzioni di acqua salata nella carne dei merluzzi, snaturando così quei processi tradizionali che rendono in Gadus tanto nobile. Un fenomeno -sottolinea Varriale- che negli anni ha assunto dimensioni vaste da chiederci quanti conoscono il vero baccalà, quanti riescano a distinguere, anche nel gusto, un prodotto figlio di antiche tradizioni come la stagionatura e la salatura da comuni merluzzi scongelati”. E’ nel prezzo, rileva Varriale, che si distingue il vero dal falso: il Gadus Morhua proveniente dall’Oceano Atlantico, zona Fao 27, prodotto nel Nord della Norvegia (Isole Lofote)   costa intorno ai 50 euro al chilo. Niente di comparabile con ciò che si trova nei comuni banchi di vendita.

Ben undici gli chef stellati Michelin presenti a BaccalàRe: Peppe Aversa del Buco di Sorrento, Francesco Franzese di Casa del Nonno 13 di Mercato San Severino, Paolo Gramaglia del President di Pompei,Domenico Iavarone di Josè restaurant della Tenuta Villa Guerra di Torre del Greco, Giuseppe Misuriello di Locanda Severino a Caggiano, Stefano Giancotti di Veritas di Napoli, Fabio Pesticcio de Il Papavero di Eboli, Pasquale Palamaro de Indaco del Regina Isabella di Lacco Ameno, Angelo Carannante del Caracol di Bacoli, Paolo Barrale e Luigi Salomone. E poi un pastrychef del calibro di Antonino Maresca e due pizzerie particolare: quella di Isabella De Cham per la pizza fritta e Rosario Izzo di Napoli 1820. Tutti gli chef utilizzeranno solo la parte più pregiata del pesce: il cuore di filetto del Gadus Morhua, il migliore baccalà in circolazione.