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ANBI, finanziati 700 milioni di euro per la diga di Campolattaro a Benevento

Gargano (ANBI): “È un intervento, cui va riservata un’eco nazionale che deve accompagnare l’avvio di un piano infrastrutturale”

di Redazione Corporate

ANBI, iniziati i lavori per la diga di Campolattaro di Benevento: infrastruttura strategica per l'approvvigionamento idrico della Campania

Un segnale di svolta per il sistema idrico nazionale: sono ufficiali iniziati i lavori per le opere di derivazione della diga di Campolattaro, in provincia di Benevento. L'intervento segna un passo fondamentale per il completamento di quella che è stata, fino ad oggi, la più grande infrastruttura idrica incompiuta del Paese.

A sottolineare l'importanza di questa ripartenza è Francesco Vincenzi, Presidente dell'ANBI, che ha riconosciuto il ruolo decisivo della volontà politica del Ministro Matteo Salvini e dell'azione concreta del Commissario Straordinario di Governo, Attilio Toscano, oltre all'impegno congiunto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e della Regione Campania.

La diga di Campolattaro, costruita sul fiume Tammaro, ha una storia complessa. I lavori iniziarono nel 1981 e si conclusero nel 1993 con un investimento di circa 270 miliardi di lire. Tuttavia, la messa in funzione ha subito lunghi ritardi: il riempimento del bacino, con una capacità complessiva di 109 milioni di metri cubi, è iniziato solo nel 2006, a causa di ostacoli burocratici legati alla gestione dell'impianto – oggi affidata ad ASEA (Agenzia Sannita Energia Ambiente) – e di un'importante frana sul versante distrutto dello sbarramento.

Oggi l'opera entra finalmente in una nuova fase, grazie a un investimento complessivo di oltre 700 milioni di euro, di cui 540 milioni finanziati dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Il progetto prevede la costruzione della galleria di derivazione, destinata a trasferire le acque dall'invaso verso il futuro impianto di potabilizzazione e la centrale idroelettrica, che sorgeranno a valle della diga.

L'infrastruttura avrà un impatto strategico per la Campania, garantendo l'approvvigionamento idrico per usi potabili, agricoli ed energetici, e rappresentando una risposta concreta alle esigenze di gestione sostenibile delle risorse idriche nel territorio.

È un intervento, cui va riservata un’eco nazionale, perché si posiziona nel solco di quel richiesto efficientamento dell’esistente, che deve accompagnare l’avvio di un piano infrastrutturale, fatto di nuovi invasi e schemi idrici, capaci di trattenere acqua sul territorio e trasportarla laddove ce ne sia bisogno” aggiunge Massimo Gargano, Direttore Generale dell’ANBI.

Il Piano ANBI di Efficientamento della Rete Idraulica individuò 16 opere incomplete lungo la Penisola (4 al Nord, 6 al Centro ed altrettante nel Sud Italia) la cui piena operatività aumenterebbe la disponibilità idrica del Paese di oltre 96 milioni di metri cubi; l’investimento era preventivato in circa 452 milioni di euro capaci di attivare quasi 2.300 posti di lavoro.