Libri & Editori
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3) Il mantello d’inverno di Elizabeth Chadwick (Tre60)
Ci immergiamo ora nelle atmosfere storiche della Normandia nel XII secolo, una terra a cui la celebre autrice di libri storici Elizabeth Chadwick non è particolarmente avvezza; siamo infatti abituati a leggere le vicende delle sue appassionanti eroine in Inghilterra, in Irlanda o in Francia, ma in questo caso ci dirigiamo verso il grande Nord grazie a un’opera di rara intensità, che ancora una volta si distingue per la capacità di trasportare il lettore nel cuore del Medioevo, epoca tanto affascinante quanto spietata. Il mantello d’inverno, recentemente arrivato nelle librerie italiane grazie a Tre60 (che detiene i diritti della Chadwick per tutte le sue opere, molte delle quali da noi già recensite) è ambientato a partire dal 1067 e intreccia abilmente fatti storici con vicende immaginarie, offrendo un affresco vivido e vibrante del periodo. La Chadwick, tra le autrici più acclamate della narrativa storica contemporanea, tradotta in 24 Paesi e definita dalla celebre Historical Novel Society “la migliore autrice di fiction medievale dei nostri tempi”, ci regala questa volta una storia che, seppur radicata in tempi e luoghi lontani, è intrisa di una sensibilità umana che risuona fino ai giorni nostri.
Al centro della trama troviamo Waltheof, conte di Northumbria, e Giuditta, la bella nipote del re Guglielmo di Normandia. La passione sboccia velocemente e si concretizza in un matrimonio anche politicamente strategico, tuttavia la loro vita insieme si rivelerà tormentata, burrascosa, mai del tutto serena; la figura di Waltheof non gode di troppa simpatia né in famiglia né a corte, tanto da arrivare in breve tempo alla sua condanna a morte per tradimento. È in questo momento che entra in scena Simone di Senlis, il fedele scudiero del deceduto conte, per cui perde la testa proprio la figlia di Waltheof e Giuditta. Simone e Matilde diventano quindi i nuovi, veri protagonisti di questo romanzo storico che si trasforma in una focosa vicenda d’amore, mai scevra di pregiudizi, malcontento, ostacoli. Costretti a separarsi per la partenza di Simone verso la Terra Santa – non dimentichiamoci che ci troviamo proprio nel periodo delle Crociate –, i due saranno costretti a mettere più volte a dura prova il loro legame, contro nemici più o meno dichiarati.
Tutte le figure presenti in questo libro, storicamente esistite, sono ritratte dalla Chadwick come personaggi di straordinaria complessità, le cui scelte e il cui destino si fondono con quelli della Storia. «Si dice che Giuditta abbia tradito il marito denunciandolo a Guglielmo, ma che dopo l’esecuzione di Waltheof fosse in preda al rimorso. Leggendo tra le righe, penso che si aspettasse che lo zio esiliasse Waltheof come aveva esiliato molti altri signori inglesi che gli si erano ribellati, e rimase scioccata quando invece fu decapitato». Capiamo da queste riflessioni dell’autrice che, restando fedele al suo percorso letterario, la sua attenzione si concentra ancora una volta su quelle donne che, con il loro agire e con il potere acquisito, sono state in grado di mutare il corso degli eventi; donne che non sono né regine di ferro, né fragili creature da manipolare, ma personaggi dalle mille sfaccettature come verosimilmente furono, in un’epoca di intrighi, tradimenti, battaglie, incertezze, ambizioni per cui si era disposti a tutto.
Il mantello d’inverno, presentato con poche ma significative frasi dalla casa editrice Tre60 - «Due donne, due destini in lotta tra cuore e dovere» - arriva dopo la celebre trilogia dedicata ad Eleonora d'Aquitania e ad altri romanzi di successo come La principessa d’Irlanda, La corona contesa, La prima dama della regina e La favorita del re, tutti autoconclusivi. Tradotto da Ilaria Katerinov, ci trasporta con abilità e pathos nella Normandia del 1067, subito dopo la famosa Battaglia di Hastings. Il romanzo si apre con la figura di Sibilla, dama di compagnia della nobile Giuditta, nipote di Guglielmo il Conquistatore, che si chiede come siano fatti gli inglesi. Ciò accade perché, mentre Guglielmo torna trionfante in Normandia con un ricco bottino e ostaggi inglesi, Giuditta osserva insieme alla sua dama con orgoglio lo zio che ora è anche re d’Inghilterra. Tra i prigionieri, spicca il giovane Waltheof Siwardsson, conte di Huntingdon e Northampton, che con la sua presenza segnerà il destino della stessa Giuditta.
Il romanzo esplora con delicatezza le dinamiche di potere, i conflitti personali e la fedeltà ai legami familiari in un’era dura e feroce. La Chadwick, grazie alla sua abilità narrativa, rende vivide le ambientazioni medievali e dà vita a personaggi variegati, intrisi di emozioni e desideri che, nonostante l’epoca, restano straordinariamente moderni. Il tema dell’onore, della conquista e delle scelte personali sono centrali, mostrando le profonde lacerazioni interiori dei protagonisti. Come sempre, la scrittura della Chadwick si distingue per il suo ritmo avvincente e per le descrizioni minuziose: il Medioevo si forgia nelle sue pagine, anche grazie alla meticolosa ricerca storica che l’autrice è solita fare: «Una nota per i lettori che sono interessati a sapere quanto di questa storia sia vero e quante libertà mi sono presa. È una domanda difficile cui rispondere, perché alcune ricerche sono stare a dir poco contradditorie e sfuggenti», ci tiene a spiegare l’autrice stessa in coda al volume.
Il successo de Il mantello d’inverno non si deve però solo alla precisione storica, ma anche alla capacità di rendere accessibili temi universali, suscitando grande apprezzamento sia dal pubblico che dalla critica. Centrale è ad esempio il tema dell’amore, che nelle sue opere non è mai ridotto a semplice romanticismo, ma è anzi presentato come una forza che talvolta plasma i destini dei personaggi, sebbene sia spesso anche la causa di sconquassamenti interiori, specie in un contesto in cui i doveri si ponevano in contrapposizione ai piaceri. Qualunque relazione non può quindi che essere complessa per risultare credibile in conformità al periodo storico, spesso fatta di compromessi, rinunce e passioni trattenute, simbolo di una società in cui i sentimenti erano spesso sacrificati sull’altare dell’obbedienza e della lealtà.
In questo, come negli altri suoi romanzi, la Chadwick possiede la capacità straordinaria di evocare atmosfere lontane facendole sembrare vivide e presenti. Le descrizioni della vita medievale sono dettagliate, intrise di particolari che non risultano mai pedanti, ma anzi migliorano la narrazione, immergendo il lettore in un tempo straniero, eppure familiare. L’autrice ha dichiarato in un’intervista alla Historical Novel Society che “il Medioevo non è solo un periodo storico, ma una dimensione mentale”; la sua scrittura fluida e al contempo impreziosita da un vocabolario ricercato genera una profondità emozionale che rende ogni pagina densa di significato.
Lo consigliamo perché: Elizabeth Chadwick è una delle voci più autorevoli della narrativa storica anglosassone. Ha pubblicato numerosi bestseller, tutti ambientati nel Medioevo, periodo che ha approfondito non solo tramite studi accademici, ma anche attraverso la pratica del reenactment, una forma di ricostruzione storica che permette di vivere in prima persona alcuni aspetti della vita medievale. Questo approccio immersivo si riflette chiaramente nella sua scrittura, che combina accuratezza e narrativa avvincente. Le sue opere sono quindi perfette per gli amanti del romanzo storico, specie per chi è affascinato dal Medioevo.