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8) Sony: quando le misure contano

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Nel 1992 Sony lanciò un nuovo formato audio: il MiniDisc. Poco dopo, altri produttori come Sharp, Panasonic e JVC seguirono l'azienda giapponese con prodotti analoghi. L'idea di fondo era semplice: grazie alla compression “ATRAC” il MiniDisc garantiva la stessa qualità di un CD normale, ma era più piccolo nelle dimensioni, meno costoso e più facilmente riscrivibile, quando ancora i CD-RW non erano diffusissimi. Sponsor della Juventus, Sony applicò il marchio “MiniDisc” sul petto dei giocatori, ma la mossa non servì a sciogliere la glaciale freddezza delle case discografiche.
Da parte loro, c'era ben poca motivazione ad adottare un formato più piccolo ed economico, anche perché dal mercato giungevano ben altre preoccupazioni. Con la diffusione del formato mp3 a cavallo tra la fine degli anni '90 e l'inizio del 2000, i CD divennero rapidamente obsoleti e i MiniDisc non ebbero nemmeno il tempo di provare a inserirsi nella contesa. Dopo il clamoroso flop commerciale, la produzione fu definitivamente dimsessa nel 2001.

7) Napster e i Metallica: due torti non fanno una ragione

Lanciato nel 1999 da Shawn Fanning e Sean Parker, Napster era un programma di file-sharing che permetteva di scambiare musicali gratuitamente. Un vero e proprio paradiso per gli appassionati di musica, che fino ad allora erano stati costretti a pagare prima per i vinili e poi per i CD. Infatti, oltre 80 milioni di utenti ne approfittarono largamente, ma per poco: nel 2001 Napster fu costretto a chiudere i battenti, sommerso dalle cause musicali da parte dei titolari del copyright. A guidare la rivolta furono i Metallica, furiosi per il fatto che il loro brano “I disappear” fosse finito su Napster prima ancora della sua pubblicazione ufficiale. Oggi Spotify e Apple Music offrono un servizio molto simile, ma legale, mentre Napster, pur essendo arrivato per primo, è finito male. Tuttavia, si è trattato di un raro caso “lose-lose”, visto che ci hanno perso anche i Metallica: la scelta di pubblicare i nomi di 30.000 loro fans, chiedendo loro di uscire da Napster, è stata quella che Lars Ulrich ha poi definito “non certo la più furba mossa di pubbliche relazioni di tutti i tempi”.

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