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Diritti tv, stop a Sky: dal 2021 nessuna esclusiva streaming sulla serie A
Diritti tv, il Consiglio di Stato ribalta il verdetto: per Sky divieto di esclusiva online
Diritti tv, stop a Sky: dal 2021 nessuna esclusiva streaming sulla serie A
Dal 2021 Sky non potrà avere tutta la Serie A su internet (attualmente sono 7 i match su 10 mostrati da Now Tv, mentre gli altri 3 li manda Dazn). Le partite in srreaming potranno essere trasmesse anche da altre emittenti. La sentenza è del Consiglio di Stato che blocca nuovamente le esclusive IPTV per Sky fino al 2022 e boccia la pronuncia del TAR del Lazio che, a marzo, aveva rimosso la sentenza per la pay tv. Tutto nasce nel 2018 quando Sky aveva acquistato la piattaforma R2, su cui girava Mediaset Premium. Dopo l'accordo, Sky sbarcò sul digitale terrestre. Successivamente, nell'aprile 2019 Sky lasciò la piattaforma, ma l'Antitrust aveva ritenuto che l'operazione avesse già 'generato effetti anticoncorrenziali', imponendo a Sky il divieto di prodotti e canali in esclusiva su Iptv. Poi il parere del Tar e ora questa sentenza che per Sky riporta il divieto di esclusive sul canale internet.
Gli effetti si faranno sentire sull'asta per i diritti della serie A del prossimo triennio (2021/2024) in uno scenario che già vedeva Comcast orientata a spostare il business e poco disposta a confermare il miliardo di euro per il calcio messo in questo triennio. A maggior ragione la mancanza di esclusiva online rischia di rafforzare queste convizioni, mentre in queste settimane la Lega Serie A è stata oggetta delle attenzioni del fondo Cvc (già noto per gli investimenti nella Formula 1 e nel Sei Nazioni di rugby) che punterebbe a un accordo su base decennale per costituire una newco dove confluirebbero i diritti tv a partire dal 2021 (che andrebbe poi a trattare con i broadcaster per la rivendita dei diritti). L'affare potrebbe anche ampliarsi sino a quota 2,2 miliardi di euro. Nella proposta il colosso inglese non include solo il business legato ai diritti della serie A, ma si impegnerebbe anche a contribuire a finanziare la costruzione e la manutenzione degli stadi delle squadre italiane.