MediaTech
Meta e il crollo in Borsa, ecco i 4 becchini che hanno fatto il funerale a Fb
Intervista all'esperto di Media e Social Edoardo Fleischner sulla caduta di Meta (Facebook) a Wall Street, tra competitor e modelli di business obsoleti
Facebook-Meta, un crollo in Borsa prevedibile. Intervista a Edoardo Fleischner
Leggi anche: Saudi Aramco vuole fare ancora cassa: vendita di nuove azioni per 50mld. Rumor Borse, Ue rossa e nervosa post Bce. Venerdì nero per l'auto: crolla Stellantis |
Facebook ha bruciato oltre 220 miliardi di dollari in un solo giorno. Quello del social network è stato il più grande crollo finanziario nella storia della Borsa di New York. Un record (quasi) inimmaginabile. Per la prima volta dalla sua fondazione, Facebook ha perso utenza: nell'ultimo trimestre dello scorso anno, i profili attivi quotidianamente sono scesi da 1,930 a 1,929 miliardi.
Affaritaliani.it ha interpellato Edoardo Fleischner, docente di crossmedialità all’Università Statale di Milano, conduttore di “Media e dintorni” su Radio Radicale e firma del quotidiano “La Ragione”.
Fleischner dà quattro motivazioni al crollo finanziario di Facebook. Il primo punto "riguarda indubbiamente i competitor. Ciò che ha sancito l’inizio del processo involutivo è riassumibile in uno solo nome: Apple. Il colosso di Cupertino, infatti, rappresenta il massimo esponente del mercato ricco, principalmente europeo. Ma cos’ha fatto Apple? Il Ceo Tim Cook, essenzialmente, ha dato la possibilità ai propri utenti, ovviamente su iPhone e dispositivi della Mela, di scegliere se tracciare le loro informazioni per poi rivenderle ad aziende terze con fini pubblicitari. Solo il 25% degli utenti ha accettato di essere tracciato e questo, naturalmente, è stato un segnale d’allarme per ogni investitore", spiega Fleischner.
Facebook, la pubblicità si è spostata su altri canali
In secondo luogo, continua Fleischner, vi è il modello di business che cambia. "Infatti, il più anziano business model, la pubblicità, non è più il modus operandi fondamentale di Apple, la quale si è spostata su altri canali più redditizi e verso grande espansione. Il modello pubblicitario è dunque in discesa, colpito da un altro tipo di business in grande ascesa: l’abbonamento". Il terzo fattore, prosegue, è la tecnologia stessa, che porta subito al quarto punto. "Questo tipo di tecnologia che serve ai social network è stata ideata per raggiungere più persone possibili. O, più realisticamente, più clienti possibili. Il cardine è proprio questo: il plateau di clienti raggiungibili. Le persone non sono infinite, non possono esserci clienti infiniti. Ed è chiaro che, per questo tipo di colosso del web, il quale "possiede" circa 3,5 miliardi di account di persone esistenti, non possa raggiungere davvero tutti sulla Terra".