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"Migranti invasori", Feltri: nessuna censura sul "suo" Libero, solo un rinvio
L'Italia ha bisogno di normalità e il politically correct sta da anni ribaltando i valori tradizionali
Migranti, borseggiatrici, gender-fluid. Basta politically correct, l'Italia ha bisogno di normalità
Ieri è apparso un post particolare su “X” - ex Twitter - di Vittorio Feltri, direttore editoriale di Libero, in cui si lamentava di una censura subita. Feltri, giova ricordarlo, è il fondatore di Libero, un giornale che si è sempre distinto per la diversità di impostazione e per combattere l’esiziale politically correct - anche a colpi di titoli incandescenti - che sta devastando l’Occidente.
Per la cronaca Sallusti – direttore editoriale - è tornato a Libero nel 2021 dopo aver lasciato il Giornale ad Augusto Minzolini che da poco tempo è stato acquisito dallo stesso gruppo editoriale di Libero e cioè quello degli Angelucci che stanno dando forma ad un vero e proprio blocco informativo di centrodestra, possedendo anche il Tempo.
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Feltri sostiene di essere stato censurato per la prima volta in 60 anni probabilmente per aver utilizzato il termine “invasori” riferito agli emigranti, tuttavia, sempre lo stesso Feltri fa notare come lo stesso termine sia stato utilizzato contemporaneamente proprio lo stesso giorno da il Giornale. Lo “xitter”, ormai dobbiamo chiamarlo così, è molto chiaro: "Per la prima volta in 60 anni di professione giornalistica sono stato censurato, ed è accaduto nel giornale che ho fondato, Libero. Non so perché. Nessuno mi ha dato spiegazioni. Suppongo perché ho definito invasori gli emigranti, esattamente come ha fatto il Giornale oggi".