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Piero Sansonetti e le crociate perse

Giuseppe Vatinno

Piero Sansonetti confuso e impacciato contro Filippo Facci a Quarta Repubblica

L’altra sera Piero Sansonetti a Quarta Repubblica (Rete 4) sembrava non azzeccarne una: appena si apriva una tematica o un discorso interessante l’ex direttore de Il Dubbio esternava cose poco congruenti sul dibattito in corso, salvo lanciarsi poi in intemerate assai poco condivise sulla “cultura Rom” infilzato prontamente da Filippo Facci che su questo tema, come noto, la pensa molto diversamente.

Il punto però non è questo e ci mancherebbe: ognuno ha le proprie idee, una volta si sarebbe detto convinzioni sociali che poi sono anche politiche, ma le battaglie di nicchia, in questo particolare momento storico, rischiano di produrre, per la nota eterogenesi dei fini, esiti del tutto opposti a quelli auspicati.

E così, il contradditorio tra Sansonetti e Facci è stato percepito dal pubblico e dai telespettatori l’ennesima riproposizione tra una il buon senso e l’eclettismo intellettuale ai limiti della provocazione gratuita. Atteggiamento questo, si badi bene, che è stato ed è il principale combustibile ideologico del populismo sovranista.

Essere radical chic, di questi tempi, è il regalo migliore che si può fare a chi vede proprio nell’élite intellettuali la principale causa dell’attuale degrado mondiale delle condizioni socio - economiche delle classi meno abbienti che conteranno poco, ma votano tutte e in democrazia è un fatto non trascurabile.

Oltretutto, Sansonetti, non solo si è fatto paladino di crociate perse ma lo ha fatto abdicando anche a quel minimo di lucidità intellettuale che permette di “stare sul pezzo” del ritmo incessante del dibattito televisivo. L’ex direttore sembrava un pugile suonato che non riusciva aa stare sul ring, peraltro incalzato sadicamente da un Facci che non ha perso l’occasione di vincere facile su un avversario in debito di riflessi.

Sansonetti probabilmente sta ancora cercando di riprendersi dal recente e traumatico addio a Il Dubbio, il quotidiano degli avvocati, pagando una linea editoriale troppo inutilmente rancorosa ed aggressiva nei confronti del governo giallo - verde e troppo schierata a favore di una sinistra elitaria e lontana dalla realtà fattuale, ma dovrebbe evitare di andare in Tv in questo periodo di “convalescenza”.