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Sgarbi attacca Sangiuliano su Le Iene sul caso bigliettopoli al Colosseo
Vittorio Sgarbi Gennaro Sangiuliano

Sgarbi-Sangiuliano, è scontro aperto sul caso "bigliettopoli" al Colosseo

Il Colosseo, e con lui Roma, ancora al centro delle polemiche. Stavolta si tratta però fanno da sfondo a una bagarre tra Vittorio Sgarbi e il ministro Sangiuliano a mezzo tv (o a mezzo "Le Iene" sarebbe il caso di dire). La miccia della "contesa" infatti riguarda un servizio che andrà in onda stasera nel noto programma, del quale sono trapelate delle anticipazioni in mattinata sul caso "bigliettopoli" del Colosseo che ha travolto recentemente l'amministrazione romana.

Come riporta Dagospia, il Sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi dà ragione a Le Iene e torto al Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano verso cui inveisce ribadendo (una volta di più) i loro rapporti "glaciali": «Io posso dirvi che non so quando gli parlerò. Il mio rapporto con Sangiuliano è un rapporto di antica amicizia che però in questo momento non è particolarmente attiva, per cui io credo che gli parlerò intorno al 30 di febbraio».

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Nei servizi "incriminati" si parlava infatti di tagliandi d’ingresso introvabili sul sito ufficiale del Colosseo per turisti e operatori del settore e vendite a prezzi triplicati su siti di rivendita secondaria o dai bagarini in piazza. Da lì il ministro Sangiuliano ha proposto come "panacea" l’introduzione del biglietto nominale, che invece, farebbe acqua da tutte le parti. A dirlo con filmati esclusivi, non solo la trasmissione - prosegue Dagospia - ma anche il Sottosegretario alla Cultura del Governo Vittorio Sgarbi, che usa parole molto forti nel servizio di martedì 21 novembre, in prima serata, su Italia1.  

Quando l’inviato Filippo Roma fa notare a Sgarbi di non essere stato scelto da Sangiuliano, il sottosegretario afferma: «Io sono stato scelto da un presidente del Consiglio, però non ho dipendenza da nessuno».  A me basta la vostra inchiesta giornalistica che è trasparente, e che non è anonima.»

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Così il sottosegretario prosegue: "L’idea che qualcuno sia ostaggio di un bagarino che gli vende il biglietto moltiplicato è comunque inaccettabile, si configura come un reato e quindi io parlerei col capo della Polizia. La vicenda deve passare da un’inchiesta giornalistica a un'inchiesta giudiziaria. A voi non sono obbligati a consegnarli, ma all'autorità di polizia sì. Non è concepibile che ci sia una mancanza di trasparenza rispetto a dei dati che sono comunque attingibili. Il problema è che si può trovare una soluzione per cui la gestione della biglietteria va in carico al museo direttamente. E quindi c’è un ufficio e una struttura del museo che si occupano della biglietteria. Limiterei assolutamente la figura del concessionario».

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