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Tariffe 28 giorni, Consiglio di Stato: "Sì a rimborsi automatici di massa"

Il Consiglio di Stato, con una sentenza appena pubblicata, sostiene il diritto di Agcom a chiedere che i rimborsi siano automatici. Finora gli operatori hanno voluto darli solo ai (pochi) utenti che li hanno richiesti espressamente, nelle modalità da loro indicate. Ecco gli effetti
Il Consiglio di Stato, con una sentenza appena pubblicata, appoggia l'idea che i rimborsi per le tariffe a 28 giorni debbano a essere automatici, laddove finora gli operatori hanno voluto darli solo a chi ne facesse richiesta espressa. La sentenza (la 00879/2020) nello specifico respinge il ricorso di Vodafone contro la delibera di Agcom sul diritto a rimborsare gli utenti; ma i giudici si riferiscono alle attività di tutti gli operatori. Anche con un linguaggio molto duro: il passaggio coatto a tariffe 28 giorni (nel 2017) è stato , si legge nella sentenza, "sleale" ed "eversivo".
Riguardo alla fatturazione a 28 giorni, si legge nella sentenza della magistratura amministrativa, "quel che qui rileva e' che essa s'appalesa sleale, non solo perche' indusse l'utente, grazie all'apparente piccolo scarto tra 28 giorni e mese intero, a sottovalutare tal sottile discrepanza e non cogliere fin da subito il predetto aumento. Invero la clausola sulla nuova cadenza di fatturazione sembra impedire o, comunque, rende piu' difficile all'utente rappresentare a se stesso e con la dovuta immediatezza come, attraverso la contrazione della periodicita' di tariffazione, il gestore telefonico percepisce, nel corso di un anno, il corrispettivo per 13, anziche' per 12 volte. Ne' basta: la scelta a 28 giorni limito' drasticamente la possibilita' di reperire offerte basate su termini temporali mensili e rese difficoltoso, se non inutile, l'esercizio del diritto di recesso, non essendo piu' reperibili sul mercato alternative diverse da quella cosi' adottata'.