Medicina
Alimentazione, i cibi-spazzatura aumentano il rischio di demenza. Ricerca
Secondo due studi, uno brasiliano e uno britannico, mangiare cibi altamente elaborati dell’industria alimentare può aumentare il rischio di demenza
Demenza e alimentazione. Come correre meno rischi… seguendo il metodo italiano
Demenza, degrado cognitivo, perdita di memoria. Una ricerca apportata su 10.000 persone e pubblicata da JAMA Neurology dell'American Medical Association ha scoperto che mangiare cibo ultra processato o peggio “spazzatura” aumenta il rischio demenza quasi del 30%. Una percentuale enorme sapendo che 47 milioni di persone nel mondo (in Italia 900.000) soffrono di demenza e il numero è destinato a salire a 131 milioni entro il 2050, a causa dell'invecchiamento della popolazione.
Stesso risultato in un altro studio ma britannico pubblicato nel giugno 2022: gli alimenti ultra-elaborati possono aumentare significativamente il rischio di sviluppare la demenza. Risultato nel dettaglio? Ogni aumento del 10% dell'assunzione giornaliera di alimenti ultra-elaborati si ha un rischio di demenza superiore del 25%. I ricercatori in quel caso hanno seguito per 10 anni le abitudini alimentari di 72.083 persone del Regno Unito di età superiore ai 55 anni.
La cucina italiana, così ricca e attenta all’uso di alimenti freschi, ha davvero il potenziale per insegnare al mondo la forza dell’alimentazione sana. Il grande spazio che diamo agli ingredienti di qualità così come il cucinarsi in casa rappresentano una ricchezza culturale di valore inestimabile alla quale si è poco attenti, sapendo anche che la cucina italiana varia tantissimo da un microcosmo regionale all’altro.
Secondo lo studio pubblicato su JAMA Neurology i pasti e i prodotti pronti da industria alimentare, le patatine fritte decongelate, le bibite, i biscotti da supermarket, gli hamburger, gli hot dog, le salsicce, le caramelle, i gelati confezionati, le pizze congelate aumentare il rischio di declino cognitivo.
Come funziona?