Politica
Assistenti civici, Scotti: Boccia superficiale. Gioca con libertà fondamentali
Assistenti civici, intervista all'ex ministro Vincenzo Scotti
"Ho molti dubbi su questa proposta, francamente non capisco né le funzioni né i poteri che dovrebbero avere questi assistenti. Bisogna stare attenti, molto attenti, a queste cose: si immaginano in un modo e rischiano di finire in un altro". Vincenzo Scotti, ex ministro dell'Interno e degli Esteri, ex capogruppo della Democrazia Cristiana alla Camera, ex sindaco di Napoli e fondatore-presidente della Link Campus University, comenta con Affaritaliani.it la proposta del ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia di istituire assistenti civici per controllare gli assembramenti durante la Fase 2. "Vorrei capire bene che cosa intende il ministro, parliamo di qualcosa di molto delicato, soprattutto nei piccoli centri. Come si formano queste persone? Come si preparano? Non è né uno scherzo né un gioco, qui si toccano le libertà fondamentali dei cittadini".
Quella del ministro Boccia non è un'iniziativa democristiana?
"Assolutamente no, almeno per come è stata formulata".
Ma è possibile che la ministra Lamorgese, Interno, non sia stata informata? Incredibile, no?
"Francamente non è incredibile. In questo governo ciascun ministro cammina per suo conto. Il tema è di una delicatezza estrema perché ci sono in ballo le forze dell'ordine; questi assistenti a chi risponderanno? A quali autorità? Non si può buttare un'idea senza averla approfondita e verificata prima parlando con il ministro dell'Interno, che è il garante dell'ordine e della sicurezza pubblica".
Come si spiega tutto ciò?
"L'ordinamento italiano è chiaro: ogni ministro ha una sua specifica competenza e su quella risponde al Parlamento. Una proposta del genere, semmai, andava fatta dal ministro responsabile del settore. Il presidente del Consiglio coordina l'operato dei ministri, è il primus inter pares, ma non ha la titolarità di ogni dicastero. Una proposta del genere semplicemente non andava fatta. Lo dico con sincerità e stima nei confronti delle persone, ma il governo di un grande Paese come l'Italia è un lavoro complesso che richiede rispetto istituzionale delle competenze. Prima di dire certe cose bisogna riflettere e discutere bene".
Come definirebbe quanto proposto dal ministro Boccia?
"Un modo superficiale di affrontare i problemi. Si cerca la strada più semplice: io ordino e questi eseguono. Ma non funziona così in una democrazia e in un sistema che garantisce la libertà dei cittadini. C'è la distizione di poteri tra esecutivo e legislativo e, all'interno del potere esecutivo, ogni ministro ha le sue competenze. L'amministrazione pubblica ha poi una sua gerarchia tecnica e politica, il ministro dell'Interno è il garante dell'ordine e della sicurezza pubblica e, a sua volta, si avvale di strutture che hanno una loro piramidalità".
Quindi?
"Chiunque al di fuori del ministro dell'Interno può scrivere una lettera al collega del Viminale e avanzare un suggerimento o dare un consiglio, ma non andare dal popolo e chiedere il potere. A chi poi? Tutto ciò è estremamente superciale".