Politica

Conte uomo del Pd, Schlein barricadera M5s: a sinistra si scambiano i ruoli

Di Giuseppe Vatinno

Le continue batoste elettorali mettono in crisi dem e grillini: Giuseppe Conte sempre più vicino al Pd, mentre Elly Schlein si atteggia da pentastellata

Poi si sa come è andata. Seguì il governo Conte 2 giallo –rosso con il Pd durante la pandemia Covid ed infine si dovette arrendere a Draghi di cui si vendicò poco tempo dopo spedendolo a casa ma aprendo la strada alla vittoria di Giorgia Meloni nelle elezioni anticipate dello scorso settembre.

Come contraltare, Elly Schlein non è mai stata “organica” -in senso gramsciano- al Pd, anzi. Il suo è stato un rapporto ambiguo e tormentato con gli eredi del PCI. Adagiata in una posizione inconsueta tra Prodi e il movimentismo sardiniano, nell’aprile del 2013, dopo l’agguato teso dallo stesso Pd a Romano Prodi per il Quirinale, decide di fondare #OccupyPD in cui lei occupa personalmente le sedi del Partito democratico per dare voce alla componente movimentista e giovanile del partito. Di fatto sfruttandone l’esistenza per farsi conoscere.

Per ringraziarla delle sberle prese il Pd la manda prima a fare l’Europarlamentare e poi la Vicepresidente dell’Emilia – Romagna ed infine Deputata nel 2022. Giuseppe Conte, avvocato civilista di chiara fama, abilissimo tessitore di trame, ha fatto fuori nell’ordine: Matteo Salvini, Luigi Di Maio, Beppe Grillo e cadde per mano solo di Matteo Renzi che però andò a casa pure lui.

Conte è il classico “uomo Pd”, un progressista pronto però ad allearsi con il nemico pur di andare avanti e portare a compimento i propri progetti politici. La Schlein invece è la classica barricadera Cinque Stelle, si ricordi appunto l’occupazione fisica delle sedi del Pd, che porta avanti una sorta di “populismo rosso” confuso ed inconcludente che non c’entra nulla con la storia del Partito democratico, dei Ds e del Pci ma neanche con la Margherita di Francesco Rutelli, coi Popolari e con la Democrazia cristiana. Insomma forse sarebbe meglio che i due si invertissero i ruoli per il bene dei rispettivi partiti e degli elettori.