Politica

Elezioni Liguria, Orlando ad Affaritaliani.it: "La Giunta, quando vinceremo, sarà pronta in una settimana"

Di Alberto Maggi

Orlando ad Affari: "Da Presidente mi opporrò alla legge Calderoli"

"Totale discontinuità con Toti. Abbiamo costruito il programma elettorale attraverso l’interlocuzione con esperti, associazioni, categorie"

"La Giunta, quando vinceremo, sarà pronta in una settimana e sarà capace di rappresentare sensibilità, territori e le migliori esperienze della regione. Ho in mente autorevoli personalità che possono e vogliono mettersi a disposizione per aiutarci nel nostro progetto di riscatto della Regione". Lo afferma ad Affaritaliani.it Andrea Orlando, candidato del Centrosinistra alla presidenza della regione Liguria. "Totale discontinuità con Giovanni Toti".

E sull'autonomia regionale: "Da Presidente di Regione mi opporrò alla legge Calderoli, un provvedimento che non solo rischia di spaccare il paese, ma rappresenta un vero e proprio cappio al collo per le cittadine e i cittadini liguri.

Qual è il suo programma elettorale? Discontinuità totale con Giovanni Toti?

"In totale discontinuità, che abbiamo già iniziato a praticare nel metodo: dopo anni di insofferenza della destra verso la partecipazione, noi abbiamo costruito il programma elettorale attraverso l’interlocuzione con esperti, associazioni, categorie. Lo abbiamo fatto coinvolgendo i cittadini nelle assemblee pubbliche, ricevendo centinaia di contributi. Ma come potremmo essere in continuità con chi ha sfasciato la sanità ligure? Con chi ha portato al declino la Liguria, una regione con i salari più bassi del nord, ancora più isolata e divisa? Come potremmo non essere radicalmente opposti rispetto a chi ha scambiato la cultura per un mortaio di pesto gonfiabile sul Tamigi? Una cosa che veniva raccontata come una grande operazione di marketing turistico, mentre il turismo in Liguria cresceva meno che nel resto del Paese e senza un sistema di governance pubblico. Noi vogliamo il rafforzamento della sanità pubblica, la reindustrializzazione sostenibile, il salario minimo applicato a gare e bandi regionali, il contrasto al dissesto idrogeologico e al consumo di suolo, l’aumento della quota di bilancio dedicata al diritto allo studio, la messa in campo di specifici strumenti per l’emancipazione lavorativa e occupazionale delle donne: insomma, è impossibile trovare punti in comune con questa destra".

In caso di vittoria, in quanto tempo ci sarà la giunta? Avete già pronti i nomi?

"La Giunta, quando vinceremo, sarà pronta in una settimana e sarà capace di rappresentare sensibilità, territori e le migliori esperienze della regione. Ho in mente autorevoli personalità che possono e vogliono mettersi a disposizione per aiutarci nel nostro progetto di riscatto della Regione. Sono consapevole che l’uscita della Liguria dalle secche in cui è stata costretta dal malgoverno di Toti e della destra, passi anche dalla credibilità della sua squadra di governo: credo, in questo, di essere agevolato dalla serietà del progetto politico che abbiamo costruito e condiviso e dalla mia storia come uomo delle Istituzioni, dalla credibilità acquisita prima da amministratore locale, a lungo nella mia città, e poi al Governo, dalla rete di relazioni internazionali che posso mettere a disposizione del nostro territorio".

Perché un elettore dovrebbe votare per lei e non per Marco Bucci?

"Agli elettori e alle elettrici pongo io una domanda: desiderate cambiare o conservare lo stato delle cose? Nel secondo caso, consiglio di votare per il Sindaco Bucci, che rappresenta plasticamente e oggettivamente il terzo mandato di Toti. Una totale continuità con un modello di governo che ha sfasciato la sanità, e Bucci candida l'assessore uscente alla sanità di Toti. Un modello che ha visto precipitare i salari e non si è preso cura del territorio, cui si aggiunge una radicalizzazione a destra sui temi etici e di riconoscimento delle minoranze. Ecco, in questo Bucci è peggio del suo predecessore. Io credo che dobbiamo cambiare urgentemente: vogliamo una Regione in cui i giovani non siano costretti a scappare quando studiano, e che non siano sottopagati se rimangono. Vogliamo attuare un rafforzamento della sanità pubblica, perché il diritto alla cura è tale solo se universalmente accessibile per tutte e tutti. Governeremo secondo tre principi: la povertà non è una colpa, ma è un fallimento di tutta la società; non c’è libertà se c’è discriminazione; non c’è democrazia se non c’è partecipazione e se c’è quest’ultima non ci sono mafia e corruzione".

La Liguria chiederà l'autonomia come prevista dalla legge Calderoli se lei diventerà governatore?

"Da Presidente di Regione mi opporrò alla legge Calderoli, un provvedimento che non solo rischia di spaccare il paese, ma rappresenta un vero e proprio cappio al collo per le cittadine e i cittadini liguri. Anzi, credo che tutti i candidati e le candidate che hanno a cuore il futuro della nostra terra dovrebbero opporsi a questa riforma, ne va dell’ulteriore e drastico peggioramento della condizione della sanità in Liguria: infatti, a seguito dell’applicazione della riforma Calderoli, la Liguria rischierebbe di avere addirittura meno risorse di quelle attuali. Credo, invece, che dovremo attuare una profonda revisione dei parametri di ripartizione del fondo sanitario nazionale, per implementare la quota ripartita sulla base delle specificità demografiche e consentirci di implementare e migliorare l’offerta della sanità pubblica. Per farlo, servono competenza e autorevolezza con le istituzioni centrali, non un ridisegno confuso e lacerante delle competenze Regionali".




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