Politica
Extraprofitti, il "Sogno di una notte di mezza estate" di Meloni è già finito
Il Presidente del Consiglio aveva sognato che con un intervento sulle banche avrebbe realizzato una magistrale operazione di accrescimento del suo consenso
I sondaggi riportano la buona percentuale di consensi su questo provvedimento; certo, sommando parti dell’elettorato filogovernativo, con quello dell’opposizione, con i non votanti arrabbiati e infervorati contro il sistema creditizio si arriva ad una cospicua maggioranza che, nella logica delle cose, non significherà maggior consenso né tantomeno incremento elettorale per il Presidente.
E già il consenso: sarebbe interessante misurare quello dei piccoli risparmiatori detentori di titoli azionari di Istituti bancari o di aziende del settore energetico coinvolgibili, sulla spinta delle opposizioni, nel prelievo extraprofitti. Immaginiamo l’Enel: 31% proprietà dello Stato, con più di 60 miliardi di debito, impegnata nella transizione energetica che viene penalizzata dall’extraprelievo. Da un lato siamo a partite di giro, dall’altro ad un’ulteriore improvvisa e improvvida mortificazione del risparmio.
Paradossale la difesa della tassazione della leader di maggioranza: “Siamo intervenuti su un profitto ingiusto determinato da un delta negativo per i clienti delle banche”. Bene, con il profitto ingiusto, siamo innanzi ad uno sconosciuto concetto economico, finora riportabile nell’ambito del diritto penale. Da oggi chi e come stabilirà la connotazione di profitto ingiusto? Ci proviamo noi. Considerando che il prezzo dei carburanti subisce continui aumenti e il Governo, con l’introito di accise ed IVA, va incamerando un extraprofitto di quattro miliardi è evidente che siamo in presenza di un profitto ingiusto dovuto ad una speculazione su speculazione. E potremmo continuare, certi che è stato creato un pasticciato e velenoso precedente in grado di falsare anche il mercato azionario.