Politica

La Lega: un lombardo allo Sviluppo Economico

Nonostante Renzi continui a predicare bene sulla ripresa, che vede solo lui, il suo Governo con i fatti continua a razzolare male: la tassazione sul lavoro e quella complessiva sulle imprese resta tra le più alte in Europa, la burocrazia è asfissiante e continuano a mancare quelle infrastrutture stradali e ferroviarie che renderebbero più competitive le nostre imprese sui mercati internazionali.

Così le nostre imprese, finite in mano a multinazionali, continuano a chiudere gli stabilimenti italiani e a delocalizzare.

E la Lombardia, la Regione più industrializzata d’Italia, è ovviamente la più colpita da questa crisi che perdura nonostante le slides trionfalistiche di Palazzo Chigi, smentite purtroppo dalla realtà che ogni cittadino tocca con mano quotidianamente: secondo i dati della Fiom nel 2015 in Lombardia sono stati persi quasi 6000 posti di lavoro nel settore metalmeccanico, addirittura nei primi tre mesi di questo 2016 ci sono già stati più di 1570 esuberi.
E solo in questi ultimi giorni arrivano ulteriori pessime notizie per l’industria lombarda: a Bergamo c’è la crisi dell’Italcementi con un piano che prevede l’uscita di 415 lavoratori, a Lecco la storica Konig di Molteno annuncia il trasferimento dello stabilimento con oltre 100 esuberi.
E potremmo andare avanti a lungo nello stilare questo triste elenco di crisi industriali e posti di lavoro perduti o a rischio.
La Lombardia è la Regione che produce la maggior quota di Pil nazionale, è il maggiore contribuente del fisco italiano, i suoi cittadini e le sue imprese regalano ogni anno alle casse di Roma 54 miliardi in tasse che non ritornano qui sul territorio lombardo in termini di servizi: se potessimo tenerci una parte di questi soldi avremmo tutte le risorse per intervenire sulla tassazione, sulla burocrazia, sulle lacune nelle infrastrutture, basti pensare al completamento dell’autostrada Pedemontana o al collegamento tra la A4 e la Brebemi, opere che farebbero viaggiare più veloci le nostre merci, potremmo finanziare maggiori politiche di formazione e ricollocazione dei nostri lavoratori, e sostenere ancora di più chi investe in ricerca e innovazione, tutti interventi fondamentali per consentire il salvataggio e il rilancio delle nostre imprese.

La Lombardia è la locomotiva d’Italia e questo Governo, concentrato solo su interventi più elettorali che strategici nel Meridione, sta facendo di tutto per zavorrare questa locomotiva e farla rallentare.
Una scelta incomprensibile e masochista: dal Governo Renzi ci attendiamo un cambio di rotta nelle politiche di investimenti per il Nord e per la Lombardia.
E già che ci siamo servirebbe anche un Ministro dell’Industria, uno vero, non uno pescato dai salotti buoni o dai talk show, non il solito amico degli amici: per il Mise serve una persona competente del settore industriale, delle sue problematiche e necessità, possibilmente una persona lombarda, che conosca la nostra realtà e faccia qualcosa per non far fermare la nostra locomotiva che, lo ricordiamo, si trascina dietro tutte gli altri vagoni…

Lo afferma l’on. Paolo Grimoldi, Segretario della Lega Lombarda e deputato della Lega Nord.