Politica
Oddati, il Pd avrà perso nel palazzo ma ha riconquistato la visione del paese

Per il coordinatore delle agorà democratiche, il voto di ieri al senato viene letto come una prova generale in vista del quirinale
Se quindi la partita si gioca solo sui numeri come lascia intendere, che legge elettorale servirebbe all’Italia?
“Io sono favorevole al sistema maggioritario. Se vogliamo costruire un’alleanza forte, solida, coesa e riconoscibile, questa è la strada. Io capisco la real politik, comprendo che il proporzionale lascia aperte tutte le strade. Ma proprio questa è la debolezza del sistema proporzionale: garantisce una governabilità al ribasso, favorisce maggioranze spurie. Io penso, al contrario, che non ci sia più spazio per la palude e la confusione. E proprio il voto sulla legge Zan è la cartina di tornasole: stare insieme alla Lega e a Forza Italia nel Governo per un periodo limitato e in una situazione eccezionale, è un conto. Pensare che questa è la formula per un futuro più duraturo, è un altro. Sarebbe un gravissimo errore strategico per il Pd.
Lo dico con molta franchezza. Sul tavolo ci sono sfide importanti da affrontare e la teoria del ‘due piedi in una scarpa’ non funziona più. Va deciso invece se si vuole stare in Europa e quindi dalla parte dei diritti, del lavoro, delle persone o con Orban ed i suoi sodali. Lo ripeto, il Paese ha fretta di ripartire, la pandemia morde ancora alle caviglie e all’orizzonte c’è il PNRR da realizzare. È chiaro che gli sforzi vanno fatti in una direzione univoca e senza più compromessi su sanità, lavoro, diritti”.