Palazzi & potere

Basta con gli inciuci, Renzi torna 'rottamatore': basterà?

Matteo Renzi è già in piena campagna elettorale e cambia strategia. I fatti di Bankitalia hanno rivelato molto circa la strategia che il leader dem intende seguire nei prossimi mesi sino alla data del voto: tornare alle origini, alla 'rottamazione', scrive Italia Oggi. «Ci sono dei fatti contingenti legati alla particolare sensibilità del Giglio magico alle vicende bancarie» raccontano in Transatlantico esponenti dem, «ma c'è soprattutto la volontà di ricominciare a parlare alla pancia del paese oltre che alla testa per giocarsi la grande chance che il leader ha di ritornare presto al centro della politica del paese, ovvero a Palazzo Chigi, con le prossime elezioni».

Renzi è in grande forma, sembra tornato quello dei tempi migliori, si dice, quello dello «staisereno».

Oggi ovviamente la situazione e gli obiettivi sono di tutt'altro tenore, non si tratta certo di scalzare Gentiloni peraltro a fine mandato ma di preparare al meglio la prossima campagna elettorale. I sondaggi tuttavia non sono ottimali, il Pd balla intorno alla cifra del 25% quindi siamo all'incirca a quella che fu la quota Bersani.

Ma è proprio per questo, continua Italia Oggi, che Matteo Renzi sta spingendo sull'acceleratore della rottamazione, per riconquistare il feeling con il paese, quel feeling che lo ha già portato al successo una volta. Insomma per il segretario dem le prossime elezioni si possono vincere soltanto tornando rottamatori.

Quello che racconta agli amici più stretti che lo seguono nel viaggio in treno per l'Italia è che «bisogna tornare al renzismo delle origini» per sfuggire alla logica di potere che lo percepisce adesso, nell'immaginario collettivo, come uomo di sistema e che ne ha appannato l'immagine presso l'opinione pubblica. Insomma, l'attacco di questi giorni ai salotti buoni e ai poteri forti prende spunto da Bankitalia ma non si fermerà qui: «Se vogliamo avere chance di vittoria», fanno notare dal Nazareno, «bisogna far capire che Renzi sta dalla parte della gente ma soprattutto bisognerà cominciare a mettere la sordina anche ai suoi mille giorni di governo che, nella percezione comune, lo hanno visto troppo vicino all'establishment». Insomma, il nuovo Renzi, da qui al termine della campagna elettorale, dovrà far passare il messaggio che non ha più nulla a che fare con il chiacchiericcio romano e con i compromessi della politica. E anche con le vicende bancarie che tanto lo angustiano. Dovrà dimostrare che è tornato il Renzi delle origini. Ma dopo il governo dei mille giorni sarà ancora possibile?