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Processo Salvini: Conte, Lamorgese e Di Maio tra i testimoni

Accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti di ufficio, Matteo Salvini dovrà presentarsi in tribunale il 15 settembre. Tra i testimoni, Conte e Di Maio

Nella lunga lista testi, su cui si dovrà esprimere il Tribunale, anche rappresentanti dell'Unione europea, come il Commissario europeo che dovrà spiegare quali fossero le iniziative assunte dall'Ue in quel periodo. E ancora l'ex premier maltese Joseph Muscat oltre al vicepresidente del Consiglio di presidenza in Libia, "che riferirà degli accordi tra le autorità italiane e libiche". Tra i temi di prova della difesa, quello di "provare le violazioni dell'imbarcazione della ong Open Arms", ma anche "di mostrare che i migranti furono sempre assistiti", di "provare che non c'era competenza dell'Italia e che si stava aspettando la redistribuzione dei migranti".

Anche la Procura di Palermo, come apprende l'Adnkronos, ha quasi finito la lista dei testi. Ci sono diversi politici del tempo, poiché durante l'udienza preliminare la difesa aveva depositato i verbali della loro deposizione all'udienza di Catania. Tra questi, con ogni probabilità, il ministro Luigi Di Maio e la ministra Lamorgese. L'accusa è rappresentata dal Procuratore Francesco Lo Voi e dall'aggiunta Marzia Sabella, con un pool di pm. Saranno sentiti anche diversi funzionari del Ministero dell'Interno.

Tra i 31 testimoni chiamati dalla difesa Salvini, come risulta all'Adnkronos, ci sono anche coloro che hanno fatto anche le informative in quel periodo dell'estate 2019 e che parteciparono alle operazioni. Secondo i legali il tema è capire se la Open Arms era veramente "in difficoltà" o se si stava "facendo una operazione di immigrazione clandestina". La difesa tenterà a dimostrare che il provvedimento di divieto emesso dal Governo e dal ministro di allora Salvini era "giustificato". Citato anche l'ex capo di gabinetto di Salvini, l'attuale Prefetto di Roma Matteo Piantedosi. O il questore di Agrigento Maria Rosa Iraci, così come i medici che riferirono delle condizioni dei migranti sulla Open Arms.

O, ancora, alcuni funzionari dell'Avvocatura dello Stato. La difesa proverà a dimostrare e individuare "le varie violazioni fatte da Open Arms". Perché ci sarebbero "una serie di prove da cui si vede che non c'erano pericoli ma accordi". Chiamati sul banco dei testimoni, anche il dirigente della Squadra mobile di Agrigento Giovanni Minardi. Che dovrà raccontare "dove sono andati a finire i migranti" e che alcuni "erano indagati". E del "pericolo di infiltrazioni di cellule terroristiche". E, ancora, Vanessa Franzier, l'Ambasciatrice della Repubblica di Malta, perché "anche Malta aveva individuato delle violazioni della nave".

Sul banco dei testimoni anche il comandante della nave Marc Reig Creus, che è pure parte civile, e la capo missione Ana Isabel Montes che spiegheranno, secondo la difesa, perché "seguirono certe rotte" ma anche cosa c'era sul diario di bordo. Nel corso dell'udienza preliminare l'avvocata Giulia Bongiorno, durante la discussione, aveva più volte sottolineato che "il divieto di ingresso di Open Arms in acque italiane" sarebbe stato all'epoca firmato dai ministri "Salvini, Toninelli e Trenta. Ma qui è presente solo Salvini".