Politica
Guerra Ucraina, Mattarella celebra la Repubblica: "La Russia si ritiri"
Il Presidente, in occasione del concerto per il 76esimo anniversario della nascita della Repubblica, non invita l'ambasciatore russo e bielorusso
Festa della Repubblica, Mattarella lascia "a casa" gli ambasciatori di Russia e Bielorussia
Gli ambasciatori russo e bielorusso non sono seduti sotto gli affreschi del salone dei Corazzieri al Quirinale per ascoltare le note di Beethoven e Mascagni: l'invito al concerto offerto da Sergio Mattarella al corpo diplomatico accreditato a Roma per celebrare la Festa della Repubblica non è giunto. E il Presidente della Repubblica dedica buona parte del suo breve discorso alla "aggressione all'Ucraina da parte della Federazione russa".
Al Quirinale le polemiche legate all'ipotesi di missione a Mosca e agli incontri con Sergey Razov di Matteo Salvini non arrivano, ma ci si attiene nettamente all'invito rivolto a maggio dalla Ue ai paesi membri di non coinvolgere gli ambasciatori russo e bielorusso nei diversi festeggiamenti nazionali. E l'intervento del Capo dello Stato è rivolto a cercare "con lucidità e con coraggio di porre fine alla insensatezza della guerra e promuovere le ragioni della pace". Mattarella non fa sconti a Mosca, chiede che ritiri le truppe occupanti e mette in guardia dal rischio che si avverino i più foschi scenari di una "umanità protagonista della propria rovina" dopo che le regole internazionali sono state infrante.
Poi rimette in fila i principi costituzionali sui quali si basano la vita e la storia della Repubblica, "nata, per volontà del popolo italiano, settantasei anni or sono". Parlando ai rappresentanti dei paesi di tutto il mondo, in una cerimonia breve a cui anche quest'anno non segue il ricevimento nei giardini, il Presidente ricorda che "con la Costituzione l'Italia ha imboccato con determinazione la strada del multilateralismo, scegliendo di non avere Paesi nemici". E il metodo è "il consolidamento di una collettività internazionale consapevole dell'interdipendenza dei destini dei popoli, nel rispetto reciproco, per garantire universalmente pace, sviluppo, promozione dei diritti umani".