Politica

Quirinale, il mistero degli scatoloni per il trasloco di Mattarella

Di Paolo Diodati

Servivano a mostrare a Draghi che non gli aveva rifilato un bidone...

Berlusconi:  pensava, e sicuramente pensa ancora, che dovesse essere acclamato Presidente della Repubblica. Siccome nessuno iniziava ad acclamarlo, ha fatto capire ai fedelissimi che dovevano essere loro a dare il "là". È andato avanti con l'ambiguità, fino a quando ha potuto, spingendo i suoi a metterlo in gara sostenendo che lui non ne sapesse nulla o addirittura non ne volesse sapere. Nonostante i pesci in faccia ricevuti dai soliti estimatori del "pregiudicato garante della Prostituzione", s'è fatto da parte quasi sicuramente e a malincuore, per autentico mal di cuore. Voto: 4=  (leggasi quattro meno meno, equivalente a un 3 o un 2). Bisognerebbe dargli uno zero spaccato per l'atto vendicativo e irresponsabile d'impallinare la Castellati.  Ma siamo in tempi in cui si devono promuovere tutti!

Casellati: ho già scritto, umoristicamente, la fine che avrebbe fatto. Impallinata soprattutto da quelli di FI che flirtano col PD, da quando il Capo decise che bisognava ingraziarseli, altrimenti... addio sogni d'ultima gloria. Ha avuto scivolate di dignità, in extremis. Voto: 6

Giorgetti:  inclassificato per quest'esame, per irrilevanza delle idee pervenuteci. Condotta: 10, per lealtà e sottomissione al Capo, per non mostrare grossi contrasti, che però potrebbero affiorare.

Letta (ribadisco): s'è assegnato il compito più facile, addirittura banale. Dire sempre NO a qualsiasi proposta, ripetendo che era necessaria la più ampia convergenza. Per soddisfare le due affermazioni, si doveva eleggere per forza o uno di centro-sinistra o uno di sinistra-centro. Far ragionare Letta è impossibile (o quasi). Voto: 2

Meloni: stando all'opposizione, doveva essere lei a cercare di stanare o perlomeno "sfruculiare" il saputello Gran Nipote. Se non ho perso qualche sua frecciata più o meno al cianuro, voto: 6

Conte: vedi quello che ha detto Cacciari. Inclassificabile.

Salvini: confesso che quando comparve sulla scena, lo giudicai, se non torsolone ai livelli del Celodurista, non certamente un raffinato duellante politico. Apprezzai però, immediatamente, la svolta intelligente e rivoluzionaria trasformando la Lega Nord in un partito nazionale, appena l'ebbe vinta contro il terrificante Bossi che, ancora oggi, dimostra di non avergli perdonato la trasformazione della Lega. Bossi, da quando aveva rotto pesantemente con l'ideologo suggeritore, Gianfranco Miglio, sbarellava in continuazione, in preda ad assurde ambizioni, e riservava insulti pesanti a nemici, concorrenti ed ex-amici, tipo Miglio. Dall'alto della sua cultura, Miglio ricambiò forgiando una definizione del Celodurista originalissima e volgarissima che qui non si può ripetere, aiutato da, si dice, suo figlio fisico (questo uno dei motivi per cui mi rimase impressa). 

Bossi, vendicativo fino in fondo. S'è fatto accompagnare per andare a votare e ... ha votato e fatto votare, per Bossi!  Signore raffinato fino in fondo!

Lo ha fatto, il signore,  anche a parole e anche in questa occasione. Ha ripetuto la critica principale fatta a Salvini, per bocciare il suo comportamento nelle prime sei sedute elettorali. Tanto per cambiare, ecco l'elaborato pensiero : "Quando uno non ragiona sulle cose... non ci pensa prima, poi le cose vanno male...". Questa critica (aveva avuto sette anni per pensare al futuro Presidente), è la tiritera di persone che non ricordano che per capire le intenzioni di Berlusconi e di Draghi, siamo arrivati a pochi giorni dall'inizio delle votazioni. Salvini ha avuto una pazienza e una tenuta nervosa da 10. Non gli si può addossare la colpa delle mosse "creative" di Berlusconi dal super io spropositato che lo porta a pensare e far operare i suoi peones fedeli al suo  motto "O Io, o nessun altro!"

Che dire, in sintesi, di com'è finita?

Che poteva finire molto peggio, con Mr M'Illumino d'Incenso al Colle! 

E di Mattarella?

Ovvio e immediato:  PRESIDENTE, MALTORNATO!

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